Tassisti, è «tregua armata» Ma Roma va lo stesso in tilt

Alla fine è scoppiata la «tregua armata» tra il Campidoglio e i tassisti, che soltanto ieri mattina intorno alle 11, dopo essersi ritrovati al Circo Massimo, hanno riacceso i motori e revocato lo sciopero, riponendo ogni speranza nell’incontro con il sindaco Veltroni fissato per mercoledì prossimo.
Una decisione conciliante, quella dei lavoratori, arrivata comunque troppo tardi per risparmiare alla Città Eterna una nuova giornata di disagi, diventati ormai la regola piuttosto che l’eccezione. Il centro storico è stato in buona parte paralizzato fino all’ora di pranzo, complici anche i funerali delle due vittime del tragico incidente all’elicottero della polizia di martedì scorso a Santa Palomba e la protesta degli studenti a Trastevere davanti al ministero della Pubblica Istruzione. Un’onda lunga che non ha risparmiato i quartieri periferici, visti i numerosi ritardi accumulati dalle linee di autobus deviate, e l’aeroporto di Fiumicino, dove all’uscita dei terminal i turisti non hanno trovato nemmeno un’auto bianca ad attenderli.
Che la situazione fosse destinata a peggiorare in poco tempo era chiaro già dalle 7 di mattina, da quando cioè i primi tassisti hanno cominciato ad affluire al Circo Massimo per partecipare all’assemblea con i loro rappresentanti sindacali. Non c’è voluto molto perché le macchine bianche parcheggiate intorno a piazza Ugo la Malfa e via della Greca diventassero cinquecento, prima di raddoppiare monopolizzando nel giro di un'ora ogni spazio, finanche quelli riservati al transito dei pedoni. Inevitabile la paralisi della circolazione in tutte le strade limitrofe, incluse via del Teatro di Marcello, piazza Venezia e, in direzione opposta, ben più avanti di piazza dell’Emporio. Per Roma sono state interminabili ore di passione, con gli automobilisti imbottigliati e dediti a suonare a ripetizione il clacson per ingannare l’attesa, mentre l’Atac si affannava a dirottare i trasporti pubblici verso percorsi alternativi. Dopo una votazione a maggioranza per alzata di mano ecco l’attesa interruzione dello sciopero, il successivo deflusso iniziato intorno a mezzogiorno e la riapertura del traffico sul Lungotevere, avvenuta solo all’una. Analogo lo scenario all’uscita dei terminal di Fiumicino, dove ai numerosi passeggeri e turisti rimasti a piedi è toccato raggiungere la Capitale in treno, con costosi e improvvisati mezzi alternativi oppure, come hanno fatto in tanti, mettersi pazientemente in fila.
In contemporanea all’assemblea delle auto bianche, in piazza della Repubblica erano in corso i funerali dell’ispettore capo Eliano Falivene e del comandante Giovanni Liguori: visto l’elevato numero di persone che ha voluto porgere l’estremo saluto ai due agenti, si sono registrati ulteriori disagi alla circolazione fino alle 14 ed è stato necessario deviare altre dodici linee di autobus.

Il tutto mentre a viale Trastevere infuriava la protesta contro il ministro Fioroni di centinaia di studenti dei licei romani. Anche qui auto costrette a transitare a passo di lumaca sulla corsia preferenziale e tanta rabbia. In poche parole, un prologo della Festa del Cinema da dimenticare.

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