Tav, Berlusconi accelera: la Torino-Lione si farà

Governo in campo contro la crisi. Accelerata sul piano infrastrutture: "Avanti con la Tav". Messi in moto 40 miliardi di euro per interventi anticrisi: il doppio di quanto chiesto dall’opposizione. Il premier: "Ci siamo preoccupati subito degli effetti sulle fasce più deboli"

Tav, Berlusconi accelera: la Torino-Lione si farà

Parigi - L’Italia si è attrezzata bene e da subito a rispondere alla crisi economica, così come "tempestiva e corale" è stata la risposta della comunità internazionale. Ad assicurarlo è stato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che in un’intervista a Le Figaro ha riferito che "il governo ha messo in moto 40 miliardi di euro per interventi anti-crisi, pari a 2 punti e mezzo di pil, addirittura il doppio di quello che chiedeva l’opposizione". Tra le misure principe del governo anche un'accelerata alla legge obiettivo. "La Torino-Lione si farà - assicura il premier - stiamo accelerando i lavori".

Le misure anticrisi del governo "Noi ci siamo attivati tempestivamente - ha assicurato - sono stato il primo in Europa a dichiarare che non avremmo permesso il fallimento di alcuna banca, con conseguente perdita dei risparmi per i cittadini. Il nostro sistema bancario ha retto all’urto, grazie alla sua soliditIl premier Berlusconi  ha ricordato che Palazzo Chigi si è "preoccupato immediatamente degli effetti della crisi sulle fasce più deboli della popolazione, attuando misure concrete". Per questo, "l’Italia sta riconquistando le posizioni perdute negli ultimi anni". Quanto all’Europa, Berlusconi crede che "stia affrontando la crisi nel modo giusto". "Dopo il primo momento d’incertezza, è passato il principio che i governi si devono preoccupare del destino delle grandi banche e delle grandi aziende nazionali, così come devono sostenere i consumi e alleviare le difficoltà delle fasce più deboli". La situazione è difficile, ha ammesso. "Nessuno nega lagravità della crisi, però a differenza degli anni Trenta, la risposta è stata tempestiva e corale", ha detto Berlusconi spiegando che "molti osservatori considerano l’Italia un Paese sotto certi aspetti meno a rischio di altri, perché la nostra economia non si basa sugli investimenti finanziari, nè dobbiamo temere la bolla immobiliare". Quindi, ha assicurato: "Certo, noi abbiamo altri problemi, ma anche la possibilità, la capacità e la volontà di venirne fuori".

Il nodo della Torino-Lione "Poche settimane fa il mio governo ha confermato il commissario Mario Virano alla presidenza dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione - ha ricordato Berlusconi - intendiamo accelerare il lavoro per completare il Corridoio 5. L’Alta Velocità era nel nostro programma elettorale, c’è pieno accordo nel governo, quindi la Torino-Lione si farà". Il governo attribuisce, infatti, "un’importanza strategica allo sviluppo delle infrastrutture". "Abbiamo riaperto tanti cantieri chiusi dal precedente governo tenuto sotto ricatto dal fanatismo ambientalista, e mi fa piacere che anche a livello europeo stia prevalendo un’idea nata con la presidenza italiana della Ue nel 2003, cioè l’emissione di eurobond per finanziare le grandi infrastrutture continentali, idea che ha avuto la sua traduzione politica nelle conclusioni della presidenza francese".

La sferzata al G8 Di fronte al mutato scenario internazionale, bisogna ripensare la struttura del G8.  Quanto sta accadendo, ha detto il presidente del Consiglio, "richiede un ripensamento della natura e struttura del G8. Un aspetto che potrebbe apparire formale, ma non lo è". L’Italia "vuole che il G8 sia sempre più rappresentativo ed efficace. Per essere rappresentativo in un mondo che cambia con la rapidità di oggi, deve essere inclusivo, deve aprirsi alle economie emergenti e dialogare con la parte di pianeta più povera. L’Italia non vuole la fine del G8, non vuole il suo scioglimento. Al contrario, vuole un G8 più forte e più concreto". Per questo, ha aggiunto Berlusconi, "noi proponiamo una più stabile e strutturata associazione al G8 dei Paesi del G5 (Cina, India, Brasile, Messico e Sud Africa) oltre all’Egitto, in rappresentanza del mondo arabo, musulmano e africano. È cruciale il confronto su temi specifici con singoli gruppi di Paesi, per esempio quelli africani, secondo il principio delle 'geometrie variabili'. Non è questione di nomi o formule vuote, ma di governance internazionale, di democrazia. Non sarà facile organizzare un G8 con queste ambizioni, ma sono sicuro che ci riusciremo".

Il rapporto con Obama Berlusconi non vuole fare paragoni tra l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush, "un amico, un uomo che stimo", e il successore Barack Obama. Tuttavia la "solida alleanza tra Italia e Stati Uniti" alla base del rapporto è intatta, ha assicurato il presidente del Consiglio. "È su questa base che si sta cominciando a costruire un rapporto di stima, fiducia e collaborazione tra me e Barack Obama". "Nei primi contatti che ho avuto con Obama, ho capito che ci legano tratti comuni - ha assicurato il Cavaliere - è un leader concreto e positivo, che si prepara a fondo sulle questioni, che conosce molto bene i dossier della politica internazionale, e con il quale si ragiona. Ci lega pure l'audacia della speranzà.

Un tratto necessario nei momenti di crisi". Obama, ha sottolineato, "sta dando fiducia agli americani e al mondo con quello che ha cominciato a fare coi suoi primi atti e col suo atteggiamento verso la Federazione Russa e il mondo islamico".

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