Tav, il leader si smarca dalla sinistra radicale

Denunciati anche diessini. «Isoliamo i violenti»

Tav, il leader si smarca dalla sinistra radicale

da Milano

«Bisogna isolare chi eventualmente volesse introdurre nella vita della Valle di Susa nuovamente la violenza o qualsiasi forma di intimidazione». Dopo la scoperta del pacco bomba contro la linea ad alta velocità Torino-Lione, il segretario dei Ds Piero Fassino si affretta a mostrare il pugno di ferro, condanna il gesto ed esprime un parere favorevole al progetto: «Si sta discutendo di un’opera che è pensata per garantire sviluppo, crescita, lavoro e benessere».
«Nessun problema si risolve ricorrendo a metodi violenti - riflette Fassino -, sono prima di tutto gli abitanti della Valle di Susa a non volere che le loro istanze, le loro rivendicazioni e le loro esigenze si confondano con chi vuole alterare la vita civile e democratica del nostro Paese».
Ad applaudirlo è anche Antonio Ferrentino, presidente Ds della Comunità montana Bassa Valle di Susa e uno dei capi della protesta: «Mi sembra importante quello che ha detto Fassino, cioè che bisogna confrontarsi e dialogare e che nulla si può imporre a un territorio». Poi ricorda le prese di distanza dagli episodi di violenza.
Eppure, tra i settanta denunciati dalla Digos alla Procura di Torino per gli incidenti avvenuti a Mompantero (Torino) lunedì scorso durante le manifestazioni contro l’alta velocità, dovrebbe esserci anche Ferrentino.

Per ora non ci sono conferme ufficiali, ma il suo nome dovrebbe comparire nel fascicolo (tra i reati ipotizzati, resistenza a pubblico ufficiale e blocco stradale) insieme ad altri esponenti del centrosinistra con incarichi istituzionali. Tra questi Sergio Vallero (Rifondazione), presidente del Consiglio provinciale di Torino, e Mauro Carena (Margherita), presidente della Comunità Alta Valle di Susa, oltre a numerosi sindaci di tutta la valle.

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