Politica

Tav, Maroni: i lavori devono partire e partiranno

Il ministro dell'Interno: "Chi si oppone non credo che riuscirà a fermare il cantiere, non deve farlo, perchè vuol dire arrecare un danno gravissimo soprattutto alle future generazioni, vuol dire, come è stato calcolato, far perdere due punti di Pil al Piemonte"

Tav, Maroni: i lavori devono partire e partiranno

"Il cantiere si apre entro il 30, e l’opera si fa, se no diciamo addio alle centinaia di milioni del contributo Ue ma soprattutto ai collegamenti con l’Europa, e quindi diciamo addio al futuro". Lo ha ribadito ministro dell’Interno Roberto Maroni in un’intervista alla Padania. Il quotidiano della Lega oggi dedica il titolo di apertura e due pagine all’interno del giornale alla Tav con un’intervista anche al viceministro delle Infrastrutture Roberto Castelli e un articolo che riferisce dell’allerta lanciato dal Viminale sui contestatori. "Chi si oppone non credo che riuscirà a fermare il cantiere, non deve farlo, perchè vuol dire arrecare un danno gravissimo soprattutto alle future generazioni, vuol dire, come è stato calcolato, far perdere due punti di Pil al Piemonte", dice Maroni. In merito alle critiche di carattere ecologista, "è stato fatto di tutto, è stato aperto un osservatorio, sono state fatte tutte le valutazioni necessarie", assicura il ministro.

"Ciononostante c’è un no pregiudiziale che non può essere accettato». Più duro il viceministro Castelli, che definisce le ragioni addotte dai No-Tav "tutte balle". "Sono le solite argomentazioni trite e ritrite che i Verdi ad oltranza tirano fuori contro qualsiasi opera pubblica". In realtà, sostiene, "agli ultimi irriducibili rimasti, della Tav non frega più nulla. È diventata il pretesto per una sfida allo Stato. Partigiani contro lo stato nazista: sono ormai fuori dalla realtà". Senza la Tav, avverte Castelli, l’Italia sarebbe "tagliata fuori dai grandi traffici internazionali. Senza contare le perdite in prospettiva sul fronte dell’occupazione, pari a centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ogni miliardo speso - sottolinea - genera 20 mila posti di lavoro". Il quotidiano, nell’articolo "In arrivo gli estremisti più duri per provocare violenti scontri", riferisce di alcuni "rapporti in possesso del Viminale" in cui si documenta che "i No-Tav hanno avviato una serie di iniziative per contrastare l’arrivo sul posto delle forze dell’ordine e l’inizio dei lavori". "Emerge con evidenza un’ampia mobilitazione dei centri sociali più duri e della galassia insurrezionalista nazionale, pronti a sostenere la battaglia valsusina con azioni dure e violente". I contestatori avrebbero predisposto l’uso di "vedette" e "telecamere", e avrebbero ipotizzato "il blocco preventivo delle arterie stradali" per ostacolare gli spostamenti delle forze dell’ordine.

Sempre secondo le informazioni in possesso del Viminale, prosegue l’articolo, "non è escluso che i No-Tav possano creare disordini anche a Torino allo scopo di dirottare lì la polizia per ridurre l’impatto delle forze dell’ordine in Valle".

Commenti