Il potenziamento del numero dei taxi mediante il ricorso a servizi di turnazione integrativi non solo è stato «impossibile a causa della scarsa adesione degli operatori» ma anche «tale da giustificare lampliamento delle nuove licenze» nella Capitale. È una delle motivazioni con le quali il Tar del Lazio ha respinto il ricorso con cui Uritaxi aveva impugnato la delibera del Comune di Roma del 22 dicembre 2007 che aveva ampliato di 500 unità il numero di licenze taxi.
In particolare i tassisti contestavano, come si legge nella sentenza, «che la delibera impugnata abbia introdotto uno smantellamento del limite quantitativo allentrata nel mercato, e, quindi, la liberalizzazione del servizio taxi, perseguendo una politica irragionevole e contraria alle disposizioni della riforma Bersani; che essa non sia stata preceduta da una verifica della domanda effettiva, come richiesto dalla normativa vigente e dalla ragionevolezza della regolazione, anche considerato il costante aumento dei costi fissi di impresa; che il disposto aumento di licenze sia misura insuscettibile, da sola, a garantire la funzionalità del servizio, la cui inefficienza dipende da cause ben note».
«Quanto alla carenza di verifica della domanda effettiva - affermano i giudici - laffermazione ricorsuale è smentita dalla lettura della delibera, che dà conto della necessità del disposto potenziamento per fronteggiare le normali esigenze della città e la forte crescita della domanda».