Taxi in trincea: «Pronti a bloccare tutto»

Giovanni Buzzatti

L’appuntamento è alle 9, nel posteggio dei taxi di Linate. «Ci ritroveremo in assemblea. E sarà solo l’inizio». A dirlo è Alfonso Faccioli, il sindacalista del Cat (coordinamento ambientalista taxi) che guidò i cortei contro il sindaco Albertini, intenzionato ad aumentare il numero di licenze in città. A scatenare le poteste dei conducenti stavolta è il governo Prodi che ha liberalizzato per decreto le autorizzazioni. Anche ieri, in città, è stato difficile trovare un taxi: nessun’auto bianca ha caricato passeggeri nei posteggi di stazioni e aeroporti, ad eccezione di anziani, disabili e famiglie con bambini piccoli. Pochissimi erano inoltre i conducenti che, rischiando le ire dei colleghi in sciopero, giravano per la città. Scene che si ripeteranno con ogni probabilità oggi: «I blocchi selvaggi? Siamo pronti ad andare avanti a oltranza finché il ministro Bersani non ritirerà il decreto - aggiunge Faccioli -. Vogliamo bloccare totalmente il servizio: da Linate punteremo sul centro città». L’obbiettivo saranno i radio taxi, i centralini che smistano le chiamate.
«Sarà un inizio di settimana difficile, la rabbia è tanta» spiegava ieri pomeriggio un conducente al picchetto in stazione Centrale. Molti dei 4.855 tassisti milanesi hanno fra i 30 e i 40 anni. Per acquistare le licenza da un altro conducente (costo medio 150mila euro) c’è chi si è indebitato. Ecco perché, all’annuncio che i Comuni potranno vendere nuove autorizzazioni, sono scesi in sciopero. «Il decreto, messo a punto senza consultarci, ha creato un clima rovente, hanno sottovalutato la situazione - spiega Nereo Villa del Satam, il sindacato più forte in città -. I blocchi selvaggi di questi giorni rischiano di danneggiare l’immagine della categoria, ma le gente è disperata. Non è solo un problema di licenze che si deprezzano: a Milano non c’è lavoro per altri conducenti, lo dicono le statistiche».
Il Comune ha convocato i sindacati per oggi, la prefettura interverrà probabilmente domani nella vicenda. Ma i blocchi, per il terzo giorno consecutivo, sono sorti spontaneamente, fuori dal controllo dei rappresentanti della categoria. E Faccioli? Era rimasto in attesa: «Ho accumulato troppe multe e processi, prima voglio capire quanti sono disposti a scendere in piazza» aveva detto. Ieri ha deciso di intervenire. «Me lo hanno chiesto tutti, degli altri non si fidano» spiega. A Linate, oggi, dovrebbe atterrare anche il presidente della Repubblica: «Ci troverà lì, ma non è Napolitano l’obiettivo della protesta - insiste Faccioli -. I blocchi continueranno finché il ministro Bersani non ritirerà il decreto».
I sindacati dei tassisti hanno indetto uno sciopero nazionale per martedì 11 luglio. Venerdì il Cna-Fita terrà un’assemblea nazionale in città, con la partecipazione di migliaia di tassisti provenienti da tutta Italia.

«Ma non possiamo aspettare l’11 per muoverci» spiegava ieri pomeriggio Faccioli. Da qui la decisione di convocare l’assemblea a Linate. Il suo sindacato raccoglie grosso modo 500 iscritti. «Ma oggi - avverte - saremo in 5mila».

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