Cronaca locale

Teatri, cinema e musei: per la cultura è boom

Nell’ultimo anno create quasi cento nuove imprese private: oggi sono 984, il triplo di Torino

Daniela Uva

Teatri, cinema, musei, sale da concerto. Ogni anno ne nascono circa cento in più. Un fenomeno che fa di Milano la città più produttiva in fatto di imprese private dedicate alla cultura. Rispetto a dodici mesi fa, quando gli esercizi in funzione erano 894, il 2005 ha visto l’apertura di novanta nuove imprese (oggi sono 984, dieci in più di Roma, il triplo di Torino). Con una crescita del 10,1 per cento. «La cultura rappresenta un elemento decisivo per la qualità della vita - ricorda Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio, l’ente che ha curato la ricerca-. Oggi garantisce posti di lavoro di qualità, come l’indotto che produce».
Il capoluogo lombardo è in linea con la media nazionale (attestata intorno al 12,5 per cento) e conferma una tendenza decisamente positiva rispetto alle altre grandi città italiane. «Questi dati sono credibili e confortanti - commenta l’assessore provinciale alla cultura, Daniela Benelli -. La città è sempre ricca di iniziative private». L’analisi prende in considerazione settori fra loro molto diversi. Tutti comunque in continua crescita. All’ombra della Madonnina ci sono 48 teatri e sale da concerto, 14 biblioteche, 12 musei e monumenti, 33 orti botanici e riserve naturali, 877 imprese impegnate a vario titolo nel settore cinematografico e video. Il patrimonio culturale privato della città rappresenta il 13,2 per cento di quello nazionale.
«Questi dati, benché riferiti a imprese che operano in settori diversi, dimostrano come in città ci sia una forte iniziativa privata - continua l’assessore -. Si sta delineando un vero e proprio “modello Milano“, per quanto riguarda gli investimenti in questo campo. L’attività privata non è però sufficiente, occorre una precisa regia pubblica che contribuisca a fare della cultura un veicolo per il rilancio della città». Che i milanesi abbiano sete di conoscenza lo dimostrano gli ultimi avvenimenti. Migliaia di persone in strada per aspettare e poi ammirare il sommergibile Toti finalmente approdato al museo della Scienza e della Tecnologia lo scorso 14 agosto dopo quattro anni di attesa nel porto di Cremona. Per non parlare delle code davanti ai principali monumenti della città rimasti aperti in questi caldi giorni di agosto. E non soltanto per i turisti.
«La cultura potrebbe diventare un settore trainante per l’immagine dell’intera città - dice ancora la Benelli -. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che le istituzioni pubbliche diano il proprio contributo. Si dovrebbe realizzare una rete fra le diverse attività in modo da valorizzare e sostenere le imprese, scoprire nuovi talenti e promuovere eventi all’estero. La cosa più importante sulla quale focalizzare l’attenzione è la sperimentazione e la ricerca di giovani promesse sulle quali puntare».
Il capoluogo è comunque in buona compagnia. Le città dell’hinterland seguono infatti l’esempio della metropoli.

Monza è la più attiva con 17 imprese, seguita da Cologno Monzese (12), Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni (11).

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