Cronache

Il teatro Albatros a rischio chiusura

Federico Casabella

«Il sapore della scena» è lo slogan che il teatro Albatros di Rivarolo ha utilizzato per presentare la nuova stagione teatrale al via sabato prossimo, con locandine colorate da ortaggi che danno vivacità e colpiscono l'occhio delle persone. Peccato che la saporita zuppa che «I Carogge», la compagnia teatrale che si occupa di cucinare queste verdure regalando succulenti minestre teatrali alla sua clientela, rischi di diventare una zuppa insipida, che addirittura potrebbe non essere più cucinata. C'è il rischio, infatti, che questa sia l'ultima stagione per lo storico teatro periferico dovuto ad aumenti di spesa non coperti da latitanti interventi pubblici. «Le Ferrovie, proprietarie dell'immobile - racconta Iula Rossetti, responsabile della compagnia teatrale - hanno cominciato a chiedere un canone d'affitto mai richiesto in passato, che è difficilmente compatibile con le utenze del teatro. Quest'anno siamo riusciti a far quadrare i conti e partiamo, ma in queste condizioni è difficile che si possa vedere il 2007».
Nonostante l'appello per ottenere aiuti economici sia stato già lanciato da tempo agli enti pubblici, non tutti hanno risposto. In prima linea, si è schierata la Circoscrizione che, da diversi anni, versa contributi diretti all'Albatros e che si sta muovendo per cercare soluzioni che tendano a salvare la situazione: «Diciamo che al 99 per cento abbiamo trovato un'azienda disposta a sponsorizzare il nostro teatro, - spiega il presidente del parlamentino locale, Gianni Crivello - ma fino all'ufficialità meglio non cantare vittoria». La situazione è però realmente difficile e, questo finanziamento, comunque non sarà la soluzione definitiva. Così ora, gli occhi sono puntati verso palazzo Tursi, obiettivo dichiarato l'assessore alla Cultura, Luca Borzani. La Circoscrizione, tramite un documento ufficiale, chiede l'intervento diretto del Sindaco e dell'Assessore perché giungano finanziamenti economici diretti ad integrazione della cifra già versata dalla Circoscrizione e perché questa realtà teatrale venga inserita dentro un circuito di spettacoli, concerti e iniziative programmate dagli enti locali su scala regionale. «Questo perché - si legge nel documento - la fruizione di spettacoli di buona qualità non può essere appannaggio degli abitanti del centro cittadino e le difficoltà finanziarie dei teatri devono essere divise equamente tra centro e periferie».


Una lotta per un decentramento culturale e per un forte richiamo al diritto alla cultura quello che sta nascendo in Valpocevera, «per salvare un luogo - spiega Pasquale Costa, de “I Carogge” - che è fabbrica di cultura grazie ai tanti laboratori e stage teatrali per bambini e giovani, ai corsi di formazione per insegnanti e alle varie iniziative che rendono molto frequentati questi locali».

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