Il Teatro degli scioperi chiede soldi ai genovesi

Il Carlo Felice fa conto sui contributi del 5 per mille

Un quinto posto se guardiamo le cifre complessive, ma terzo se invece guardiamo le cosiddette «scelte»: la tabella della destinazione 5 per mille parla chiaro, il Teatro Carlo Felice nel 2006 ha avuto sì meno introiti della Scala, ma nel complesso ci sono stati più cittadini che hanno deciso di destinare al teatro parte delle proprie imposte. Vale a dire che gli affezionati non mancherebbero, e che a Genova il Teatro in qualche modo «tira».
Anno meno felice il 2007, quando per legge le Fondazioni sono state escluse dalla possibilità di ricevere questo tipo di contributo: fine «campagna promozionale» sul territorio, fine, o quasi, agli introiti dalla città. Fortuna che nel 2008 le cose sono di nuovo cambiate e che il Carlo Felice è stato riammesso alla gara per accaparrarsi la simpatia dei genovesi; lavoro assai faticoso, visto che il pubblico negli ultimi tempi ne ha passate di cotte e di crude e un po' il dente avvelenato ce l'ha.

«Il finanziamento privato è il futuro della nostra Cultura - ha detto il Sovrintendente Gennaro Di Benedetto - perché i contributi pubblici, si sa, sono irrisori. Mi auguro che i nostri concittadini riconoscano lo sforzo che stiamo facendo per custodire e promuovere il grande patrimonio dell'opera lirica nonostante la difficile situazione. Abbiamo bisogno di tutti».

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