Teatro Il Derby chiude per sfratto: «Pisapia ci aiuti»

Il Derby di Milano chiude i battenti . È l’esito triste per un frammento della cultura milanese che da anni lotta con le difficoltà e le promesse disattese, socondo quanto raccontato dai protagonisti, della passata Amministrazione del capoluogo lombardo. I fatti recenti e del prossimo futuro parlano chiaro: ieri sera al Derby si è tenuto l’ultimo spettacolo e Caveman è andato in scena nel giorno che stabilisce il termine del contratto d’affitto e dello sfrato per morosità; il prossimo 30 settembre è calendarizzata la riconsegna dei locali. Il piccolo teatro da 400 posti è in uno stabile di proprità del Comune, compreso in un fondo immobilare destinato sin dal 2007 alla vendita. Maurizio Colombi, artista ma anche uno dei soci che ha fatto ripartire l’avventura del Derby nel 2008, racconta come dal Comune avessero appreso l’intenzione di stralciare lo stabile dal lotto senza che questo sia mai avvenuto. Dal 2008 ad oggi, comunque, il Derby non ha mai pagato l’affitto.

Due i motivi: l’ingresso nei locali era stato seguito dal pagamento al Comune dei debiti arretrati (250mila euro) della gestione precedente (Nuovo Arti) e gli onerosi costi di ristrutturazione (circa 100mila euro). «Abbiamo chiesto aiuto a Pisapia e l’assessore Boeri - ha reso noto Colombi - ma ci è stato risposto che al momento la nuova giunta non ha ancora tempo per affrontare il problema».

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