Cronaca locale

Teatro Lirico, parte la ricostruzione

Per meglio apprezzare la novità che sono iniziati i lavori per il restauro del Teatro Lirico di via Larga 14, su progetto dell’architetto Luciano Colombo, vincitore di un concorso pubblico, da oltre 12 anni abbandonato per varie traversie politiche e burocratiche, è necessario risalire alla sua storia e alle curiosità a esso legate

Teatro Lirico, parte la ricostruzione

Per meglio apprezzare la novità che sono iniziati i lavori per il restauro del Teatro Lirico di via Larga 14, su progetto dell’architetto Luciano Colombo, vincitore di un concorso pubblico, da oltre 12 anni abbandonato per varie traversie politiche e burocratiche, è necessario risalire alla sua storia e alle curiosità a esso legate. Il "Teatro Regio Ducale", questo fu il suo primo vero nome nel 1717 quando venne costruito a Milano in un’ala di Palazzo reale, ma che sfortunatamente un incendio lo distrusse completamente il 25 febbraio del 1776. Ritornato proprietà del Comune dal 1926, oggi grazie all’intervento del Gruppo bancario Belloni, l’architetto Colombo con l’impresa Cattaneo per quanto riguarda l’aspetto architettonico e funzionale, mentre per la programmazione artistica se ne occuperà Gianmario Longoni, capogruppo dell’ATI (Associazione Temporanea d’Impresa), il Lirico diventerà il primo esempio di teatro polifunzionale in Italia. "E’ stato un progetto un po’ faticoso , sofferto, ma alla fine ce l’abbiamo fatta, superati i tre ostacoli ci siamo aggiudicati la sua ricostruzione. Il primo blocco all’avvio ai lavori era perché “non giudicato a norma”, sostanzialmente “non piaceva”. Il secondo arrivato al concorso fece ricorso perché alla presentazione dei lavori il mio progetto venne accusato di non essere ceralaccato, mentre le foto scattate dal nostro studio confermavano il sigillo. Ci dissero persino che era troppo bello, allora facemmo ricorso al Tar e al Consiglio di Stato e così finalmente fu messa fine, almeno così ci sembrava…", spiega l’architetto Colombo con tono pacato nel suo studio di via Del Gesù, un tempo di proprietà dello storico architetto Belgiojoso. "Quattro anni fa vi erano sul piatto quattro sponsor molto appetibili disposti a regalare i finanziamenti al Comune, Longoni lo può confermare, ma Sgarbi bloccò il cantiere con scuse di carattere storico-artistiche riguardanti il vecchio progetto di Cassi Ramelli del 1938; il figlio di Ramelli firmò l’approvazione nel 1957. Proseguimmo con il terzo grado andando in giudizio con il blocco della Sovraintendente Di Francesco. Il sindaco Moratti perse un altro sponsor. - prosegue Colombo – Una domenica mattina improvvisamente il sovraintendente Famiglietti vuole bloccare l’intero immobile perché nel teatro aveva fatto l’ultimo discorso il Duce. Ora l’onda lunga e anomala si è fermata e i lavori sono iniziati da due giorni". Colombo trenta anni fa specializzato nella creazione di loft, ora si occupa di alberghi di lusso come "Il Salviatino" in Toscana, Il Palazzo di via Tortona, primo edificio a impatto zero, certificato Lid, questi a Milano, la Città del Gusto a Trezzo, la sede Rai di Napoli, il Palaeur di Roma, solo per citarne alcuni. La demolizione interna del Lirico è quindi partita con grande gioia dei milanesi, il teatro si sta svuotando ma verrano salvate le scale in marmo bianco, alcuni pavimenti sempre di marmo o le colonne, i due palchi e gli esterni. I posti saranno 1500. La parte Decò è troppo danneggiata per poterla recuperare. La facciata sarà tale e quale di colore bianco come la Scala. Stamo parlando di 14.300 metri quadrati di spazio con gallerie e palchi, ma due rientranze del Cassi Ramelli sono andate perdute. Sopra l’ingresso due piani con grandi vetrate che danno sulla sala e sul palco, una sala conferenze, un bar e un ristorante. Il soffitto dell’intero teatro può essere aperto durante le prove e chi si trovasse negli spazi sovrastanti potrebbe godere delle prove dello spettacolo. L’acustica sarà perfetta. Per la discesa del soffitto e o della sua chiusura bastano 14 minuti. In ogni caso gli ingressi sono separati, quello per lo spettacolo e quello dei “centro servizi”. Dalla scena si può allungare una passerella che si allunga fino al proscenio e a oltre metà sala(allestita con poltrone rosse), per sfilate o eventi. Il ristorante è arredato con pannelli bianchi e legno scuro per la pavimentazione e dalla vetrata si gode la vista del Duomo. Non manca una biblioteca teatrale, una libreria che danno sul fronte di via Larga. Tutti i percorsi sono indipendenti. E il tutto è aperto fino alle 2 di notte. Il costo complessivo è di 28 milioni di Euro, tutto proveniente da privati e la sfida è di terminare il teatro in 24 mesi. Per i milanesi questa impresa è un trionfo perché la storia continua: fu il figlio di Maria Teresa d’Austria, l’Arciduca Ferdinando a dotare la città di due teatri: uno nobile "La Scala" eretta nei pressi di Santa Maria alla Scala e uno "popolare" da costruire sull’area della Scuole Cannobiane, fondate da Paolo da Cannobbio. Entrambi i progetti, simili tra loro per la tipologia all’italiana, con pianta a ferro di cavallo e vari ordini di palchi e loggione, vengono affidati al Piermarini, Regio Architetto. Il nuovo teatro detto "La Cannobiana" venne inaugurato un anno dopo della Scala il 21 agosto 1779 con spettacolo e musiche di Salieri. Fu anche il Teatro prediletto di Donizzetti. Nel 1870 inizia il suo declino: è l’editore edoardo Sonzogno a dargli nuova vita e gli cambia il nome nel 1894, ospitando Caruso e nel 1904 "La Figlia di Iorio" di D’Annunzio. Nel 1914 ospita la prima di "Cabiria" di Patrone, primo Kolossal della storia del cinema.

Gianmario Longoni che si occuperà della programmazione e motore dell’iniziativa è figlio del conte Longoni; contestualmente si occupa del Nazionale, (Edemont), Sistina, Smeraldo e Ciak.

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