
Stasera (e di nuovo il 31) all’Arena di Verona, per Nabucco di Verdi – l’opera del celebre Va’ pensiero – va in scena la regina delle cantanti: Anna Netrebko ( foto ). Diva assoluta sui social, nerd sul lavoro. Dopo le prove, quando tutti se ne vanno, lei resta sola con la partitura, a scrivere appunti. Una professionista incredibile, raccontano direttori d’orchestra e registi, anche quelli che, talvolta, manda al diavolo quando le propongono assurdità (ricordate la Giovanna d’Arco alla Scala? Netrebko, la leonessa, se li mangiò in un boccone). In tempi in cui si pretende dagli artisti il comportamento irreprensibile di un funzionario, l’equilibrio di un diplomatico, la neutralità di un algoritmo, lei resta una forza travolgente. Unica. Esagerata. Russissima, e speriamo che, per questo, nessuno trovi modo di protestare, dato il clima da caccia alle streghe verso chi non rinnega patria e origini. Per inciso, s’è presa la cittadinanza austriaca. Va bene?
All’Arena è Abigaille, la figlia adottiva di Nabucco. Ambiziosa, spietata, assetata di potere, scopre di non avere sangue reale, ama senza essere ricambiata, odia la sorellastra, condanna gli ebrei. Alla fine si pente e si avvelena. Ha già cantato il ruolo il 18 luglio, lo ripeterà stasera e il 31. Indossa costumi spaziali: «È stato utile guardare Game of Thrones », scrive sui social, divertendosi con la spada. Il regista Stefano Poda è elettrizzato: «Con lei ho una comunicazione tacita. Mi capisce al volo, si butta nelle idee, le dà forma e vita. Con la sua Abigaille ha fatto volare tutto. Sa trasformarsi da guerriera contemporanea a bambina pura, vestita di bianco, nel finale».
È la prima volta che Netrebko canta Abigaille in Italia, dopo il debutto tedesco. Dal 2019 è presenza fissa in Arena: 24 recite in sette anni, compresi quelli della pandemia, sempre col tutto esaurito. Il debutto areniano ne Il Trovatore fu un sold-out clamoroso, come le recenti Tosca dell’estate 2024.
Nell’anno del centesimo Festival è stata Aida alla serata inaugurale, poi Violetta per l’addio a uno dei suoi ruoli simbolo. Le televisioni internazionali la seguono fedelmente: la sua unica Turandot in Dvd è quella registrata a Verona (Zeffirelli, 2022). Anche l’Abigaille di quest’anno sarà ripresa da Unitel per la distribuzione mondiale.