"Reinvento “West Side Story” con cantanti lirici e un messaggio sempre attuale"

"Ma West Side Story non è più solo un musical argomenta Damiano Michieletto, che lo dirigerà - . È un classico. Creato da uno dei più grandi musicisti del ’900"

 "Reinvento “West Side Story” con cantanti lirici e un messaggio sempre attuale"
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Non era mai successo prima. In più di ottant’anni mai le Terme di Caracalla in Roma, tempio della lirica estiva capitolina, avevano ospitato fra le loro auguste rovine un musical. E che musical: il più famoso, il più amato di tutti. «Ma West Side Story non è più solo un musical argomenta Damiano Michieletto, che lo dirigerà - . È un classico. Creato da uno dei più grandi musicisti del ’900». In scena da oggi 5 luglio, questo sarà solo il primo dei prevedibili exploit di Michieletto, già acclamato regista lirico (e a Natale uscirà il suo secondo film: Primavera ) e oggi attesissimo neo-direttore artistico del Caracalla Festival. Che, pensando al Giubileo che si celebra a Roma, ha intitolato «Tra sacro e profano».

Dunque: Leonard Bernstein accanto a Verdi, Mozart e Stravinskij (il cartellone proporrà infatti anche Traviata , Don Giovanni e La Sagra della primavera)?

«Certo. Perché come loro anche Bernstein racconta una grande storia attraverso una grande musica. Trasporta Romeo e Giulietta negli anni 50; trasforma Capuleti e Montecchi nei portoricani Sharks e negli yankees Jets; tratta temi eterni quali l’amore contrastato, i conflitti razziali, l’aspirazione alla pace, con un linguaggio universale. Meritava dunque la grande orchestra del Teatro dell’Opera diretta dal grande Michele Mariotti, il suo grande corpo di ballo, la versione integrale e l’originale lingua inglese. Le parole delle canzoni di Stephen

Sondheim, le celebri Maria , Tonight o America , tradotte in italiano perderebbero il loro fascino. Il pubblico internazionale apprezzerà. E per chi non sa l’inglese ci saranno i sopratitoli luminosi».

Gli interpreti saranno cantanti lirici, come nella celebre incisione discografica che Bernstein stesso diresse con Josè Carreras e Kiri Te Kanawa?

«No, perché lì Bernstein lavorava solo sulla parte musicale, mentre a noi servivano interpreti di livello anche nella recitazione e nel ballo. Tony e Maria saranno quindi Marek Zurowski e Sofia Caselli: ottimi cantanti-ballerini- attori, con una impostazione vocale naturale».

Sembra quasi che libertà che Bernstein e gli altri autori si sono prese verso Shakespeare, autorizzino quelle che Michieletto si prenderà verso di loro.

«Beh: non è ciò che, più o meno, fanno tutti i creatori teatrali? Shakespeare stesso, per Romeo e Giulietta, saccheggiò la novella di Matteo Bandello».

West Side Story è molto identificata anche a livello iconografico. Le scale antincendio, le reti metalliche attorno ai campi da basket, le feste liceali di fine anno...

«Che noi non avremo. Su questo capolavoro, anche grazie ai film di Robert Wise e Steven Spielberg, si sono stese tante stratificazioni, anche estetiche. Ma se in teatro vogliamo nobilitare il genere musical, bisogna restituirgli originalità. Così l’epoca storica sarà meno definita, l’ambientazione poco realistica. A simboleggiare il contesto degradato in cui si scatena lo scontro fra nativi e immigrati - tema bruciante nell’America

anni 50, come, ahimè, ancor oggi ovunque l’azione si svolgerà attorno ad una piscina in disuso. Il trampolino sostituirà il balcone, nella famosa scena d’amore fra Tony e Maria. E, a simboleggiare il sogno americano in frantumi, per i portoricani come per gli yankees, in un angolo vedremo i resti della distrutta fiaccola della Statua della Libertà».

Il senso ultimo del suo spettacolo?

«Settant’anni fa West Side Story fu il primo musical a non proporsi solo come puramente divagatorio o scacciapensieri. Trattava temi scottanti, aveva un finale drammatico. Ma oggi rimane soprattutto una grande storia d’amore. Ancora oggi ci dice che l’amore è l’unica forza che possa superare i conflitti.

Così, nella famosa scena del “sogno impossibile”, quando, sulle note della magnifica Somewhere , Maria immagina una riappacificazione fra Sharks e Jets, i personaggi raccoglieranno i resti della Fiamma della Libertà e la solleveranno in alto. E questa tornerà, per un attimo, a risplendere».

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