«La tecnologia rende pigra la creatività». Esordisce così il grande Oliviero Toscani, guru del mondo delleditoria e della pubblicità fin dagli anni Ottanta.
Comincia con un aforisma, e spiega in un flash la sua visione. «Oggi siamo arrivati a credere che il computer possa rimpiazzare il talento e la genialità dellartista. Io penso che luso di un programma per manipolare limmagine debba essere considerato uno strumento, e non il mezzo per arrivare al risultato che si ha in mente». Si fa spigoloso nella sua spiegazione, come chi guarda lontano guidato da unesperienza sconfinata.
«Vede afferma deciso prendiamo per esempio Photoshop: il software offre svariate possibilità per venire incontro ai bisogni del fotografo». Sì, lo incalziamo: corregge, dilata, colora, sfuma, ricompone. «Ma impone regole, costringe a limitazioni. Invece non bisogna averne mai, nellarte. Occorre essere liberi di agire e di pensare, usando ogni mezzo». Meglio luso della fotocamera tradizionale, maestro? Lui pensa assorto, poi prosegue: «Penso che in fondo non ci sia vera libertà nemmeno nellimbracciare una macchina fotografica. Anchessa è un pezzo di tecnologia, un computer che risponde ai nostri comandi, e perfino lobiettivo non è obiettivo».
«La tecnologia impigrisce lestro»
«Oggi siamo arrivati a credere che il computer possa rimpiazzare il talento dellartista»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.