Scienze e Tecnologia

Dimmi quello che posti e ti dirò come la pensi

Un'applicazione Fb promette di tracciare il nostro profilo psicologico dando un'occhiata a quello che mettiamo in bacheca

Dimmi quello che posti  e ti dirò come la pensi

Dimmi cosa posti su Facebook e ti dirò chi sei. E’ quello che offre Five Labs, un sito statunitense di tipo “tool” (attrezzo) che collegandosi ad un qualsiasi account Facebook permette di tracciare un profilo della personalità dell’utente in base a cosa scrive sul suo stato. Tutto ciò che noi scriviamo è una manifestazione del nostro io, di cosa pensiamo, anche quando non prendiamo posizione su qualcosa e dimostriamo scarsa aggressività verbale. Perchè anche questo atteggiamento è psicologicamente tracciabile e denota la nostra personalità. 

Ne hanno già usufruito diverse celebrità come Bill Gates, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. I risultati dei loro test sono sul sito dell’applicazione. 

Per Five Labs il presidente Obama è una persona disciplinata, creativa, molto estroversa e coscienziosa ma poco cooperativa. L’inquilino della Casa Bianca è comunque un soggetto dai nervi ben saldi, con un valore bassissimo in ansia e nevrosi. 

Abbastanza diverso il quadro della personalità di Zuckerberg. Il ceo di Facebook è una persona timida, riservata, inquieta e ansiosa. Ma è anche creativo, cooperativo, accomodante e di grande apertura mentale. 

L’obiettivo di Five Labs, in apparenza, non è quello di ottenere dati psicologici degli utenti di Facebook (che sono 1,3 miliardi) per archiviarli. I responsabili del sito assicurano che le informazioni vengono immediatamente cancellate una volta che il profilo psicologico è stato tracciato e che la finestra viene chiusa. Al termine dell’analisi vengono indicati i tre amici Facebook con un profilo psicologico più simile al nostro e si possono sbirciare i risultati di alcune celebrità. 

“E’solo un’istantanea della nostra personalità” afferma Nikita Bier, cofondatore di Five Labs. “Le persone devono farsi una domanda – spiega Bier – e cioè i miei dati che ritratto danno di me sulla 

538em;">rete?”.

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