Puntini luminosi si muovono nel cielo: ma non si tratta di "alieni"

Avvistati puntini luminosi che si muovono nel cielo: sono i satelliti di Startlink, il progetto ideato da Elon Musk per la connettività a banda larga

Puntini luminosi si muovono nel cielo: ma non si tratta di "alieni"
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Decine di puntini luminosi che si muovono nel cielo. Stanno arrivando i marziani? Niente paura, la risposta è no. Si tratta dei satelliti di Startlink, il progetto di connesione Internet sviluppato dall'ingegnere americano Elon Musk, fondatore dell'azienda aerospaziale statunitense Space X.

Occhi puntati al cielo e sguardo esterrefatto. Così centinaia di persone, nella serata di venerdì 17 aprile 2020, hanno assistito, in maniera del tutto inconsapevole, ad un evento a dir poco epocale. Sì, perché il programma Startlink persegue un fine ambiziosissimo: quello di creare una connettività a banda ultralarga. Nello specifico, il progetto di Mr Musk si basa sul dispiegamento di una costellazione di diverse migliaia di satelliti per telecomunicazioni in un'orbita terrestre bassa, ovvero, di altitudine compresa tra i 160 e i 2000 chilometri. Ecco spiegato il motivo per cui, ieri sera, quei puntini luminosi erano ben visibili anche ad occhio nudo.

L'intento del proprietario di Space X, nonché discusso cofondatore di Tesla, è quello di creare una rete costituita da ben 4.425 satelliti, in orbita tra i 1.100 e i 1300 chilometri di altitudine, che permetterà l'uso del cosiddetto "internet spaziale" in ogni angolo del pianeta. Posizionandosi a circa 500 chilometri di distanza dalla crosta terrestre, infatti, la flotta di microsatelliti Startlink potrebbe garantire non solo un'ampia larghezza di banda per la connettività ma anche una latenza inferiore ai 25-35 ms. In estrema sintesi, questo significa che si potrà accedere ad internet da qualunque angolo del globo ad una velocità paragonabile alle moderne connessioni da postazione fissa.

Finora, l'azienda aerospaziale statunitense ha lanciato e posizionato in orbita circa 60 satelliti (ciascuno del peso di 227 chilogrammi) sebbene abbia ricevuto l'autorizzazione da parte della FCC (Federal Communication Commission) per utilizzarne fino a 12.000. Con il lancio di un razzo Falcon 9, lo scorso 18 marzo, SpaceX ha messo in orbita altri 60 satelliti Starlink. Ora la costellazione ne comprende oltre 350 ed entro l'anno, salvo problematiche legate all'epidemia di Coronavirus, dovrebbero esserne lanciati altri 180. "Ci occorrono solo 24 lanci per ottenere una copertura globale - fanno sapere dalla società di Musk - Il resto dei lanci successivi si concentrerà sull'ampliamento delle capacità della nuova rete".

Quanto ai costi del servizio, non è stata diffusa ancora alcuna comunicazione ma non è da escludere che Musk possa rivolgersi a clienti di elevato profilo economico ed enti governativi.

Tra le varie criticità in seno al progetto, restano da chiarire i dubbi circa una possibile congestione in orbita nel momento in cui Startlink avrà posizionato tutti i suoi satelliti ed altre società decidano di porsi sulla medesima scia. A tal proposito, si sta pensando ad un sistema condiviso di anticollisione che dovrebbe essere adottato dai vari attori e basato sull'utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale.

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