Scienze e Tecnologia

L'ultimo test al Remdesivir: adesso la lotta al Covid si fa pure nello Spazio

La capsula Dragon 2 di SpaceX ha portato in orbita “Remdesivir”, un’antivirale che si spera sia la soluzione al Covid.

Foto da Agenzia Spaziale Europea
Foto da Agenzia Spaziale Europea

La ricerca per un vaccino contro il Covid è un processo lungo, laborioso e delicato. Questo virus continua a devastare il nostro pianeta ed ora, per cercare una soluzione, la ricerca sbarca in orbita attorno al nostro pianeta, sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss). La missione CRS-21 di SpaceX, sotto contratto dalla Nasa per rifornire l’Iss, ha portato il “Remdesivir” - un antivirale che ha suscitato molto interesse - sulla stazione per aumentarne l’efficienza.

La missione CRS-21, “Commercial Resupply Service”, la ventunesima del colosso americano SpaceX, ha consegnato all’Iss quasi tre tonnellate di cargo. La capsula Dragon 2 è infatti un nuovo modello che permette un’incremento di volume del 20% rispetto alla versione precedente. Tra tutto il cargo a bordo, quasi una tonnellata era dedicata ad esperimenti scientifici. Tra questi anche il medicinale remdesivir di Gilead Sciences, un’azienda di biotecnologia. Sarà soggetto ad esperimenti in microgravità. È Il primo esperimento a bordo dell’Iss specifico per la lotta contro il Covid. L’esperimento non prevede la somministrazione a soggetti umani (che avverrebbe per via endovenosa) bensí ,come riporta l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), lo studio in microgravità per “meglio comprendere come remdesivir interagisce con la ciclodestrina, la sua sostanza di rilascio, cosicchè l’efficienza di questo medicinale sia migliorata”.

La sostanza non è una cura autorizzata però è stata permessa per casi disperati. Si spera che la ricerca a bordo dell’Iss porti a risultati veloci per un’applicazione tangibile nella lotta contro il Covid.

Lo studio avverrà nel modulo “Columbus”, un laboratorio dell’Esa, con l’uso dell’”International Commercial Experiment” Cube (Ice Cube) sempre della Esa. Questo è un cubo che permette ad enti commerciali di condurre ricerca in microgravità.

L’esperimento è davvero un simbolo del desiderio mondiale di trovare una soluzione. Come scrive l’agenzia spaziale, “rappresenta l’archetipo della collaborazione: i clienti, InnoStudio e Cyclolab usano il servizio “Quality Protein Crystal Growth” operato dalla società giapponese “Japan Manned Space Systems” (Jamss)”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (WHO), non ci sono ancora dati che indicano l’effetto positivo del remdesivir contro il Covid.

In ogni caso il medicinale deve avere l’attenzione della comunità scientifica se la ricerca è sbarcata in orbita a 400km sopra le nostre teste.

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