Scienze e Tecnologia

Spagna, "tassa" sui diritti d'autore: chiude Google News

Il parlamento spagnolo ha stabilito che gli editori devono essere pagati per le news rilanciate da Google. E Mountain View chiude i battenti

Spagna, "tassa" sui diritti d'autore: chiude Google News

Il 16 dicembre ci sarà un profondo cambiamento, in Spagna, sulle notizie online. Vediamo cosa succede: il colosso dei motori di ricerca, Google, ha deciso di chiudere il proprio servizio di news per protestare contro una legge che obbligherà Mountain View a pagare i contenuti pubblicati, parzialmente o totalmente. "Purtroppo dobbiamo chiudere", ha fatto sapere dagli Usa Richard Gingras, responsabile di Google News, in un messaggio postato su un blog ufficiale del gruppo. "Dal momento che Google News non guadagna soldi (non mostriamo pubblicità nel sito), questa novità non è semplicemente sostenibile". La nuova legge spagnola sulla proprietà intellettuale è stata approvata alla fine di ottobre ed entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2015. Ovviamente non si rivolge solo a Google ma a tutti gli aggregatori di notizie, grandi o piccoli che siano.

Da tempo Google si trova a dover affrontare le richieste (e le pressioni) di molti editori di vari Paesi europei, che lo accusano di abuso di posizione dominante e gli chiedono di pagare per l’uso dei loro contenuti. Da Mountain View hanno sempre risposto allo stesso modo: siamo noi che vi portiamo contatti e dunque visibilità praticamente a costo zero.

La legge non quantifica i soldi che Google deve corrispondere agli editori, si limita a fissarne l'obbligo. L'associazione degli editori spagnoli (Aede) ha accolto con favore l'intervento normativo. Questo "diritto di compensazione" da molti viene dipinta come una nuova "Google Tax", ma non va confusa con quella stabilita nel Regno Unito (stesso nome) che fissa al 25% l'imposta che debbono pagare le multinazionali, quindi anche Google.

Google News, disponibile in più di 70 edizioni internazionali in 35 lingue, è un servizio gratuito e include fonti che spaziano dai principali quotidiani del mondo a piccole pubblicazioni locali e blog. Gli editori possono decidere se far apparire o meno i loro articoli. "Per secoli, gli editori - aggiunge Gingras - si sono scontrati con i limiti insiti nella distribuzione delle copie stampate. Internet ha cambiato tutto, creando incredibili opportunità ma anche sfide concrete per gli editori, che hanno visto aumentare la competizione nell’attrarre lettori e investimenti pubblicitari. Noi continueremo a impegnarci per aiutare l’industria dell’informazione ad affrontare queste sfide e siamo felici di continuare a collaborare con le migliaia di partner che abbiamo nel mondo, così come in Spagna, per aiutarli ad aumentare lettori e fatturato online". La Spagna, però, ha deciso di intervenire sulla materia stabilendo una compensazione per i diritti d'autore.

Cosa accadrà ora nel mondo delle news online? Ci saranno ripercussioni sul mercato pubblicitario iberico? Staremo a vedere. In extremis potrebbe anche spuntare un accordo in grado di salvare "capra e cavoli": far pagare qualcosa a Google (ma non troppo), evitando di chiudere del tutto il suo formidabile generatore di contatti.

Ma Mountain View teme una cosa: se cede in Spagna potrebbe essere costretta alla resa in tutti gli altri Paesi, con costi enormi.

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