Scienze e Tecnologia

La Terra che gira più velocemente causa problemi informatici? Cosa c’è di vero

Si sta diffondendo la notizia secondo cui due ingegneri di Meta starebbero sollevando preoccupazioni sul futuro dei sistemi IT in seguito all’accelerazione del Pianeta

La Terra che gira più velocemente causa problemi? Cosa c’è di vero

Lo scorso 29 giugno la Terra ha concluso la rotazione su sé stessa impiegando 1,59 millesimi di secondo in meno. Un’accelerazione impercettibile all’uomo ma non agli orologi atomici. La notizia ha fatto il giro del mondo e Oleg Obleukhov e Ahmad Byagowi, due ingegneri di Meta (Facebook), fanno delle riflessioni che, secondo alcuni, paventerebbero problemi catastrofici per i sistemi informatici.

L’accelerazione del Pianeta

Fino al 2016 gli scienziati lamentavano un rallentamento della Terra. In tempi più recenti sono invece stati rilevati andamenti opposti tant’è che, dal 2020 a oggi, la Terra ha girato su se stessa rivedendo otto volte il proprio record. Il 19 giugno del 2020 ha impiegato 1,46 millisecondi in meno e il 29 giugno 2022 ha impiegato 1,59 millisecondi in meno.

Le cause di questo fenomeno non sono note: si fa risalire allo scioglimento dei ghiacci solari oppure all’Oscillazione di Chandler, ossia una piccola variazione dell’asse di rotazione terrestre osservata dall’astronomo Seth Chandler nel 1891. Ci sono diversi altri “oppure” e quindi c’è totale mancanza di certezza, può anche darsi che le cause siano da ricercare altrove.

I problemi temuti da Obleukhov e Byagowi

I due ingegneri di Meta lamentano i problemi che potrebbero risultare dall’applicazione del “leap second”, ossia un secondo intercalare che corregga la minore durata della giornata. In teoria un pericolo di sincronizzazione degli orologi atomici che potrebbe avere ricadute su alcuni sistemi informatici (alcuni non vuole dire tutti).

Al momento la maggiore velocità di rotazione della Terra può causare minimi e impercettibili problemi alla sincronizzazione dell’orario dei computer e dei dispositivi mobili, con qualche piccolo problema alla precisione dei sistemi Gps. Niente di catastrofico, niente di nuovo. Per quanto riguarda i Gps, per esempio, si parla dal 1999 della necessità di creare una standardizzazione affinché non ci siano disallineamenti che possono creare problemi a livello globale.

Gli ingegneri di Meta però si spingono avanti nelle considerazioni, sostenendo che molti sistemi IT si basano sul presupposto che il tempo vada sempre in avanti. Sappiamo con certezza che le correzioni apportate fino a oggi riguardano aggiunte e non sottrazioni di tempo, al contrario quindi di come si dovrebbe fare a fronte dell’accelerazione della Terra. Dal 1972 a oggi viene aggiunto un secondo ogni 1-4 anni e non ci sono prove attendibili che questo abbia causato problemi rilevanti. Il secondo supplementare viene aggiunto di norma o il 30 giugno oppure il 31 dicembre, disfunzioni di rilievo si sarebbero registrare con una certa ciclicità, ma ciò non è avvenuto. Si tratta di giorni che non durano 86.400 secondi (ossia 24 ore) ma 86.401.

Nel 2017 l’azienda Cloudfare, che tra le altre cose gestisce i DNS, ovvero macchine che instradano il traffico verso i siti web, ha avuto dei problemi perché una funzione temporale dei propri sistemi ha registrato un valore negativo, così come dovrebbe accadere se fosse applicato un secondo intercalare negativo. In questo caso però l’oggetto della discordia è da ricercare in Go, un linguaggio di programmazione le cui funzioni legate al tempo non contemplano le ipotesi che questo possa saltare avanti o indietro.

C’è da dire che Obleukhov e Byagowi ritornano ciclicamente sugli eventuali problemi che possono derivare dai secondi intercalari ma invitando a trovare una soluzione globale e non per incutere timore. Quello che sappiamo con certezza è di non sapere cosa accadrà se si dovesse correggere il tempo applicando una sottrazione. Non sappiamo neppure se sarà necessario farlo.

Alcuni stanno citando il cosiddetto Y2K bug, ossia il disastro annunciato (e mai avvenuto) che avrebbe dovuto paralizzare i sistemi informatici di mezzo mondo. Cosa che ha ben poco a che vedere con il leap second, sia questo positivo o negativo. Si può sostenere (a ragione peraltro) che molti sistemi sono stati aggiornati prima che scattasse la mezzanotte del 31 dicembre 1999 e che quindi il disastro annunciato è stato evitato. A questo, di fatto, invitano i due ingegneri di Meta, a considerare su vasta scala eventuali problemi causati dal leap second e a porvi rimedio.

L’allarmismo però è altra cosa.

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