Teheran minaccia sanzioni contro l’Italia

Oggi, quinto anniversario della morte del «martire» Edoardo Agnelli, nuova manifestazione di protesta davanti alla nostra ambasciata

Teheran minaccia sanzioni contro l’Italia

Fausto Biloslavo

L’Italia rischia di subire un embargo delle importazioni da parte dell’Iran, assieme a Francia e Canada. La lista nera è stata preparata da Teheran e scatterebbe in caso di peggioramento del braccio di ferro fra la comunità internazionale e l’Iran sull’utilizzo del nucleare. Non solo: oggi è prevista un’altra manifestazione di protesta davanti all’ambasciata italiana a Teheran, mentre il conflitto interno al potere iraniano è sempre più teso. Ieri la guida suprema, l’ayatollah Alì Khamenei, ha difeso il presidente Mahmud Ahmadinejad criticato duramente dai riformisti e pure da diversi parlamentari conservatori.
La notizia della possibile minaccia di embargo sui beni commerciali del nostro Paese è stata pubblicata da alcuni siti Internet radicali, solitamente vicini al nuovo governo iraniano dominato da ex pasdaran, la falange armata dei guardiani della rivoluzione khomeinista. Italia, Francia a Canada rischiano di subire l’embargo se alla prossima riunione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, del 24 novembre, verrà votata, come è probabile, una mozione anti-iraniana. Teheran giura di voler utilizzare il nucleare solo per scopi civili, ma il sospetto è che possa rappresentare il primo passo per dotarsi di armi atomiche.
L’embargo unilaterale non è una novità per gli iraniani e ha già colpito la Corea del Sud, la Repubblica Ceca e la Gran Bretagna. Ora, però, esisterebbe una lista divisa in tre fasce. La prima che comprende i Paesi già sotto embargo, la seconda con l’Italia e la terza che riguarderebbe la Germania e la Svezia. Queste due nazioni verrebbero sottoposte a embargo solo se il dossier iraniano sul nucleare dovesse arrivare al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Sempre secondo i siti radicali, che hanno lanciato la notizia, l’Italia si trovava in questa ultima fascia di Stati da «punire» all’ultimo momento. Dopo la manifestazione organizzata da Il Foglio a Roma, in seguito al folle discorso del presidente Ahmadinejad che auspicava la cancellazione di Israele dalle mappe geografiche, l’Italia è passata nella seconda fascia, salendo di un gradino nella graduatoria iraniana dei Paesi ostili.
Oggi è attesa una nuova manifestazione di protesta davanti all’ambasciata italiana a Teheran. In realtà si tratterà di una specie di veglia di preghiera, dopo la manifestazione del 3 novembre alla quale avevano partecipato solo duecento persone. L¹occasione è il quinto anniversario della morte del “martire” Edoardo Agnelli, il rampollo della famiglia torinese morto suicida. Il giovane Agnelli, secondo gli iraniani, si era convertito all’Islam sciita e l’università di Teheran organizza, prima della veglia, un seminario sulla sua figura. In Iran circola la storia di Edoardo vittima di un «complotto sionista», che ha organizzato un finto suicidio. Dopo il seminario, gli studenti si sposteranno davanti all’ambasciata italiana, dove sosteranno alla luce delle candele.
L’Iran non è, comunque, un monolita radicale. L’ex presidente Mohamamd Khatami ha avvertito i gruppi radicali che grazie al loro comportamento offrono «ai nemici il miglior pretesto per attaccare l’Islam e l’Iran». Secondo l’agenzia degli studenti Isna, il predecessore “moderato” di Ahmadinejad ha condannato «coloro che ritengono che credere nella democrazia, nella libertà e nel progresso offuschi l’immagine rivoluzionaria del nostro Paese nel mondo islamico e cercano di competere con i talebani, patrocinando la violenza e commettendo atti di estremismo, cose che sono contro la religione».


Ieri, però, la guida suprema del Paese, l’ayatollah Alì Khamenei, ha difeso Ahmadinejad, che era stato attaccato da parlamentari conservatori e da giornali sia per le sue esternazioni sia per le nomine di collaboratori e ministri. Le critiche, ha affermato Khamenei, sono «ingiuste»: Ahmadinejad «ha bisogno di tempo e opportunità» per far vedere quello che vale.

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