Da Milano
Per evitare ogni tipo di incertezza, anche Unicredito, dopo Banca Intesa, ha ieri annunciato luscita dal capitale di Olimpia, la holding che detiene il pacchetto di riferimento (18%) del capitale del gruppo Telecom.
Mentre la stessa Olimpia (la cui maggioranza relativa è controllata da Pirelli) si prepara a presentare due nuovi consiglieri allassemblea del 13 aprile prossimo: al posto di Giovanni Consorte e di Carlo De Benedetti dovrebbero essere sottoposti allapprovazione dei soci i nomi di Vittorio Merloni e di Diana Bracco, entrambi in quota agli «indipendenti» che così salgono da 11 a 13 su 21.
Con un comunicato diffuso ieri, Unicredito ha ufficializzato di aver esercitato il suo diritto di recesso dai patti parasociali riguardanti l'intera partecipazione in Olimpia. La cessione avviene alle stesse condizioni di quella di Intesa con la vendita a Pirelli da parte di Unicredit del suo 4,77% della holding in cambio di un corrispettivo di 585 milioni. Un pagamento che sarà effettuato alla naturale scadenza del patto, il 4 ottobre.
L'uscita dei due istituti era attesa e, secondo operatori e analisti, la reazione di ieri in Borsa di Pirelli (-1,34% a 0,78 euro) e Telecom (-1,07% a 2,39 euro) è solo emozionale. «Era tutto già scritto nei patti del 2001 e le strategie messe in atto da Pirelli nel corso del 2005 erano tutte finalizzate a eventi ampiamente attesi, come l'uscita di Banca Intesa e Unicredit da Olimpia nell'ottobre del 2006», sottolinea un analista. Per la stessa Hopa di Emilio Gnutti, ricorda ancora l'analista, «è già stata ufficializzata l'uscita e tutte le valutazioni di Pirelli tengono già conto di queste potenziali uscite. La società - spiega - è in grado di far fronte a tutti gli impegni e prevede di raccogliere 1 miliardo dalla quotazione di Pirelli Tyres, mentre altri 400 milioni dalla vendita di partecipazioni finanziarie».
Secondo una lettura più critica è invece probabile che «l'esercizio di recesso di Intesa e Unicredit è destinato a mettere un po sotto pressione Pirelli». Gli addetti ai lavori, comunque, tendono ad escludere che ci possano essere turbolenze sul titolo Telecom Italia. E quanto all'arrivo di nuovi partner finanziari, «non ce n'è bisogno».
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