Telecom, Berlusconi si sbilancia: "Ci siamo Ma se c'è conflitto d'interessi mollo tutto"

Apertura decisa da parte di Fininvest e Mediaset: "Disponibili per difendere l'italianità dell'azienda. Ma non vogliamo comandare". Poi, però, il Cavaliere frena: "Se ci fossero resistenze pronto a farmi da parte". Intanto Benetton, azionista di Olimpia boccia il governo. Nuovo strappo, il ministero degli Esteri critica l'ambasciatore Spogli

Telecom, Berlusconi si sbilancia: "Ci siamo 
Ma se c'è conflitto d'interessi mollo tutto"

Milano - In mattinata c'era stata la nuova apertura di Fedele Confalonieri, presidente Mediaset. Al pomeriggio, in apertura del congresso Ds, arriva la conferma della disponibilità da parte di chi detine il portafoglio Fininvest. Silvio Berlusconi, incalzato su Telecom, si sbilancia: "Noi siamo stati semplicemente richiesti nel caso di una cordata italiana e il mio gruppo ha detto che per mantenere l'italianità di un'azienda così importante siamo disponibili a parità di intervento di altri imprenditori. Non c'è alcuna altra motivazione, se non il mantenimento dell'italianità, e senza assolutamente la voglia da parte nostra di comandare". Poi, dopo alcuni istanti, il Cavaliere torna sull'argomento e avverte: "I miei hanno risposto a un appello e da parte mia è un atto di generosità patriottica. Ma se ci fossero dei problemi io mollo tutto".

L'apertura di Confalonieri "Alla luce della vicenda Telcom, l'italianità di Mediaset aumenta ancora il suo valore e Mediaset diventa in modo del tutto naturale un interlocutore di chi ha a cuore la salvaguardia del sistema". Aveva usato queste parole, nel suo intervento di apertura dell'assemblea Mediaset, il presidente Fedele Confalonieri, dopo aver ribadito che "Mediaset è l'unica azienda del settore della comunicazione che ha due caratteristiche forti: è in ottima salute ed è italiana". Prima delle conferme pomeridiane di Berlusconi. Ma Confalonieri si era sbilanciato oltre: "Telecom? È evidente che c'è interesse. Non c'è nessun negoziato in corso, ma è evidente che c'è un interesse. È evidente che Telecom Italia, come dicono gli americani, make sense". Il gruppo non si tirerà indietro davanti alle opportunità che il mercato presenterà. "Noi, naturalmente continuiamo a fare il nostro lavoro di industriali della comunicazione. Resta fermo il nostro criterio - da industriali, non da raider finanziari - di valutare con grande senso di responsabilità ogni nuova azione imprenditoriale". Confalonieri ha sottolineato che "per il nostro futuro abbiamo chiaro che non ci sarà settore della comunicazione ad alto potenziale di sviluppo che non vedrà Mediaset in posizione di protagonista".

Lamentele Benetton Il ritiro di At&T dall'offerta su Olimpia è dovuto "senza dubbio a ingerenze politiche. C'è una realtà italiana diversa da quella che si aspettavano". Tutti auspicano che la maggioranza di Telecom resti italiana, ma solo se a deciderlo è il mercato, che deve essere aperto (Gli americani riaprono i giochi: ma la politica resti fuori). Il presidente di Edizione Holding, azionista di Olimpia e componente del Cda di Telecom Italia, Gilberto Benetton, che per la prima volta ha commentato le vicende che in questi giorni interessano la compagnia telefonica. E boccia chi, nel governo e nella maggioranza si è reso responsabile delle "ingerenze". Poi aggiunge: "Sotto sotto tutti auspichiamo che ci sia qualche gruppo italiano e che la maggioranza di Telecom resti in Italia. Però secondo me bisogna lasciarlo decidere al mercato. Oggi il pallino è in mano alle banche. Lasciamoli lavorare perché tutto sommato possiamo auspicare che il contesto sia quello di un mercato aperto". Benetton ha quindi definito non vera l'ipotesi di una cordata di Intesa SanPaolo con all' interno lo stesso gruppo di Ponzano Veneto. "Non abbiamo alcun contatto diretto". A chi gli ha chiesto se il clima potrebbe cambiare dopo le polemiche suscitate dal ritiro degli americani di At&t, Benetton ha risposto "non so, è difficile dirlo".

Telefonica torna in campo L'accordo con gli spagnoli, scrive oggi il "Sole 24 Ore", naufragò "per l'opposizione dell'allora presidente di Telecom Italia, Guido Rossi. Ora lo scenario è cambiato", con un nuovo presidente e un nuovo cda. Per questo, secondo quanto riportato dal quotidiano madrileno el Economista citato dal "Sole", Telefonica è sul punto di formalizzare un'offerta per il 66% di Olimpia, che valuterebbe Telecom Italia attorno ai 3 euro per azione contro i 2,92 proposti dalla cordata "Tex-Mex". Secondo il "Sole", poi, "Telefonica avrebbe anche preso in considerazione la possibilità di un'opa su Telecom Italia, operazione estremamente costosa, e forse improbabile, ma che avrebbe un miglior impatto di immagine sul mercato e soprattutto sugli azionisti di minoranza".

Pirelli: nessuna nuova offerta Allo stato, "ulteriori offerte per l'acquisto di quote o dell'intera partecipazione detenuta in Olimpia". È quanto si legge in una breve precisazione diffusa «con riferimento alle indiscrezioni di stampa odierne».

Pirelli - prosegue il comunicato - "ribadisce che prenderà in considerazione e valuterà le eventuali offerte alla luce del già dichiarato intento di assicurare la migliore valorizzazione strategica dell'asset Olimpia nell'interesse della società e di tutti gli azionisti".

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