Telecom, slitta ancora l’esame del bilancio

Nuovo rinvio per l’approvazione dei conti di Telecom Italia. Domani i consiglieri si riuniranno, ma il presidente Gabriele Galateri e l’amministratore delegato Franco Bernabè proporranno di posticipare la delibera sul bilancio 2009 al 12 aprile, ultima data utile per non dover rimandare l’assemblea. L’appuntamento per l’assise resta dunque per ora fissato al 29 aprile (i tempi sono stretti ma vengono rispettati) e implicitamente è stata anche confermata la distribuzione del dividendo. Lo stacco della cedola - spiega una nota del gruppo - sarà in data 24 maggio e il pagamento del dividendo il 27 maggio. «La fretta nel rassicurare comunque gli azionisti sul pagamento dei dividendi è l’unica cosa certa», hanno spiegato i sindacati, «fortemente preoccupati» da un rinvio che «alimenterà ulteriori incertezze». Il 25 febbraio il cda aveva esaminato i risultati preliminari (margine operativo lordo organico a 11,3 miliardi, ricavi organici a 27,2 miliardi, indebitamento netto rettificato a circa 34 miliardi), ma sui conti pesa sempre l’incognita commissariamento di Sparkle. La Procura di Roma ha fissato al 7 aprile la nuova udienza per decidere e il nuovo rinvio del bilancio «consentirà al cda - ha spiegato Telecom - di disporre, prima dell’assunzione delle determinazioni di competenza, delle risultanze delle consulenze tecnico-legali attivate dalla società su Telecom Italia Sparkle». Secondo alcune indiscrezioni sarebbe in corso anche una revisione dei bilanci degli anni precedenti (quelli compresi nell’inchiesta) della controllata coinvolta nell’inchiesta di riciclaggio. L’Asati, l’Associazione dei piccoli azionisti Telecom, guarda già all’assemblea come occasione per fare il punto sui temi caldi della vicenda Sparkle e dello spionaggio illegale, e chiede oltre a una relazione del presidente e del comitato di controllo, una quantificazione dei danni economici. Oltre al bilancio resta in sospeso il piano industriale. Per questo i sindacati hanno lanciato l’allarme, dopo lo sciopero di ieri contro la riorganizzazione del settore informatico del gruppo. In questo modo si fanno confluire tutte le attività in un centro servizi condiviso (Shared service center), con l’assorbimento di 2.200 lavoratori e i preannunciati «efficientamenti» hanno messo in allarme i sindacati che temono nuovi tagli. Per loro, questo sarebbe il primo passo verso lo spezzatino e la divisione in tante scatole della società, con una contrapposizione di una good company, dove ci sta la rete e le attività commerciali e una serie di bad company che sarebbero informatica, staff e call center.
Telecom ha però spiegato che le attività confluirebbero in società da lei completamente controllate e, quindi, senza rischio per i lavoratori. Ma le critiche non finiscono qui.

«La più grande azienda di tlc - hanno detto tutte le principali sigle sindacali in un comunicato - non può stare mesi senza strategia, senza far sapere il livello di investimenti e, soprattutto, senza dare certezze a migliaia di lavoratori».

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