Telecom, spie all'assalto del mercato brasiliano

Nei verbali l’ex capo della sicurezza informatica Fabio Ghioni spiega la "guerra" telematica per l’acquisizione di Telecom Brasil. Ma secondo la sua ricostruzione Tronchetti Provera sapeva tutto. Informazioni top secret scaricate da internet

Telecom, spie all'assalto del mercato brasiliano

Milano - È una guerra tra colossi. È lo scontro tra Marco Tronchetti Provera e i suoi avversari brasiliani Daniel Dantas e Carla Cico. Sul piatto, il controllo di Telecom Brasil. Ed è anche una guerra di bytes. Incursioni informatiche reciproche tra la Kroll, l’agenzia investigativa americana che assisteva la cordata carioca, e il «Tiger team» di Fabio Ghioni, l’«hacker» di Telecom Italia. «È il gennaio 2004 - mette a verbale Ghioni interrogato dai Pm di Milano -. Nel corso di una riunione, Tavaroli ci informò dell’attività di indagine della Kroll ai danni dell’azienda». In quell’occasione «ci chiese di approntare una controffensiva che sarebbe stata premiata, a dire di Tavaroli, con un viaggio in Polinesia pagato direttamente dal presidente Tronchetti Provera». Ma sullo sfondo c’è anche il denaro. Tangenti che sarebbero servite a ungere gli ingranaggi giusti per aggiudicarsi la partita.

«Mi risulta che il dottor Tronchetti fosse a conoscenza sia dell’attacco sia delle modalità». E «questo mi fu detto da Tavaroli nell’agosto-settembre 2004». Ghioni, dunque, riferisce ai magistrati una versione di seconda mano, secondo cui Tavaroli - suo superiore diretto - gli avrebbe spiegato che «la presidenza riceveva notizie di intelligence destinate ad essere sfruttate nell’ambito delle trattative» e che «aveva l’assoluta necessità di sapere se tali notizie fossero veritiere nonché nel dettaglio la provenienza e le modalità di acquisizione». «Io spiegai a Tavaroli - continua Ghioni - come stavamo sottraendo dati alla Kroll. Tavaroli ne parlò al dottor Tronchetti», al quale avrebbe fornito «la spiegazione sulle modalità di acquisizione dei dati Kroll». È il tema chiave, quello della conoscenza delle «modalità»: Tronchetti nega, Tavaroli (almeno ai Pm) non conferma. Ghioni riferisce notizie di seconda mano ed è il motivo per cui Tronchetti non viene indagato. Ma l’hacker, nelle sue confessioni, va oltre: «Una mia mancanza di disponibilità alle richieste illecite provenienti dal management avrebbe comportato per me l’obbligo di dimettermi e di perdere il posto di lavoro».

Ma i bytes non bastano. Ai Pm, infatti, Ghioni racconta una storia di soldi, 007 e tangenti pagate per partecipare alle gare sulle reti telefoniche brasiliane. «Me ne parlò Marco Bonera», l’ex capo della security latinoamericana di Telecom e ora in un buen retiro in Argentina. «Nel 2004 - mette a verbale Ghioni - quando Bonera era ancora sul posto, Buora (allora ad Telecom, ndr) arrivò in Brasile scortato da due agenti del Sismi e con al seguito una valigia piena di contanti». Gli agenti segreti, continua, dovevano «servire a passare senza controlli gli spazi doganali in aeroporto. Ad attendere Buora e gli agenti del Sismi c’erano due auto. Buora e Bonera si sistemarono in una di queste collocando la valigia piena di contante nel bagagliaio. Gli agenti Sismi nell’altra. Dopo essere passati dall’azienda a Rio, Buora e Bonera dovevano dirigersi in albergo o in aeroporto per andare a Brasilia, dove la valigia piena di contanti doveva essere consegnata». A chi? Ghioni non ricorda. «È probabile - aggiunge - che Bonera mi abbia indicato la persona a cui quei soldi erano destinati, ma ho problemi di memoria e scarsa dimestichezza con i nomi brasiliani». Ma di denaro ne circola ancora.

Sono i soldi affidati a Naji Nahas, il faccendiere di origini libanesi di cui Tronchetti Provera si servì per trovare un accordo con Dantas, e che sarebbero serviti a «corrompere politici per ottenere concessioni a livello locale che servissero a Tim Brasile per l’esercizio della telefonia».

Le mazzette di Telecom sarebbero, dice Ghioni, andate anche «al capo della polizia postale in Brasile e poi dei servizi di sicurezza per come aveva diretto l’attività della polizia federale contro Dantas e Kroll», per «ricompensare il personale Telecom» che aveva sottratto il materiale informatico a Kroll e «pagare i componenti dei fondi pensione “Previ”, azionisti di Telecom Brasile, perché si schierassero contro Dantas nella disputa che aveva con Telecom».

Un fiume di denaro. Svariati milioni di dollari a cui la Procura di Milano, che ha aperto un fascicolo a parte ipotizzando il reato di corruzione internazionale, sta dando la caccia in silenzio.

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