Telecom, su Telefonica il mercato rallenta

da Milano

L’idea di un ingresso di Telefonica in Olimpia, rilevando una quota dalla Pirelli, piace al mercato. Ma paradossalmente sembra interessare soprattutto gli azionisti della controllata Telecom, che ieri hanno guadagnato lo 0,5% a quota 2,42 euro (prezzo che non si vedeva dall’aprile scorso). Mentre Pirelli, che ricaverebbe vantaggi diretti dall’operazione, ha ceduto lo 0,3% a 0,894 euro. Quasi a registrare anche un po’ di diffidenza rispetto a un accordo sul quale mancano ancora elementi più precisi, a cominciare dal prezzo. E su una trattativa che per adesso non ha visto scendere in campo nessun advisor finanziario.
A casa Telecom, inoltre, le bocche sono «cucite» sulle possibili sinergie da mettere in atto con il nuovo socio. Come se la cosa non riguardasse né punto né poco il gruppo presieduto da Guido Rossi. I cui manager si dicono piuttosto impegnati a preparare il bilancio che verrà sottoposto al cda tra poco più di due settimane, l’8 marzo prossimo, nonché a mettere a punto il nuovo piano industriale. Che, gioco forza, allo stato attuale delle cose non può certo comprendere questioni inerenti Telefonica.
Da ieri hanno poi preso forza alcune indiscrezioni su una cordata bancaria italiana alternativa a Telefonica, che sarebbe guidata da Mediobanca, insieme con le Generali. Entrambe le società, peraltro, sono già azioniste di Telecom, tanto da aver dato recentemente vita a un patto di consultazione su una quota complessiva nell’ordine del 25% del gruppo. Per cui sembrerebbe un po’ difficile pensare che gli stessi soggetti siano interessati a entrare anche in Olimpia. E questo prima ancora di fare considerazioni sul prezzo. Di certo c’è solo che Mediobanca ha smentito di essere al fianco di Telefonica, nel ruolo di adivisor.
Comunque sia, il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha ieri voluto entrare nella questione Telefonica come per «mettere il cappello» sull’eventuale operazione. E lo ha fatto, per di più, in nome dell’intero governo. «Come ministro - ha detto Di Pietro - rappresentante di un partito che sostiene la coalizione, e a nome del governo nel suo complesso, dico che noi siamo europei e non poniamo alcun limite alla proprietà italiana o straniera delle reti pubbliche».
Oggi a Ibiza il presidente del consiglio Romano Prodi incontrerà il premier spagnolo Josè Luis Zapatero in un vertice bilaterale che, aldilà dei temi ufficiali, potrebbe essere utile per tracciare il punto «politico» sull’eventuale espansione italiana di Telefonica.

Quanto alla bocciatura di un altro progetto italospagnolo, quello di Autostrade con Abertis, Di Pietro ha aggiunto: «La questione è un’altra: non è che uno straniero possa venire in Italia a fare shopping. I problemi sono i piani industriali, gli investimenti, la sicurezza e che gli investitori siano affidabili».

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