Da telepredicatore a quasi sindaco

«Piccon dagghe cianin», iniziava così la sigla della trasmissione del primo telepredicatore della politica ligure. Sergio Castellaneta che, in tandem a Franca Brignola, arringava i genovesi sulle battaglie della Lega Nord prima e della sua lista civica poi.
Erano i primi anni ’90 e il medico con la passione sfrenata per la politica fu il primo, ed il migliore in assoluto sulla piazza genovese, a comprendere che il mezzo televisivo poteva avere un’efficacia unica sull’elettorato. Detto, fatto l’ascesa di Castellaneta fu rapida e strepitosa. Leghista della prima ora, venne eletto deputato nel 1992 e poi nel 1994. Qualche tempo più tardi decise di lasciare il Carroccio in lite con la dirigenza locale, fino a tentare la corsa solitaria alla carica di sindaco di Genova. Era il 1997, fece nascere la lista civica «Genova Nuova». Fu il primo tentativo di scardinare una città guidata dai partiti. Riuscì ad unire sotto quel simbolo dagli imprenditori alle casalinghe.
Ore e ore a parlare in tv per urlare ai genovesi cosa non funzionava e come avrebbe voluto far funzionare la città. Lui in solitario contro la sinistra e senza il centrodestra. Sembrava l’unica ed ultima speranza per far ripartire Genova sotto un’altra insegna. Sfrauttando anche il suo ruolo di presidente dell’ordine dei Medici genovese, iniziò a girare la città a bordo di un camper, quartiere per quartiere, la domenica fuori dallo stadio di Marassi dove, diceva, «vado perché c’è un sacco di gente e mi faccio pubblicità. Me ne frego che giochi il Genoa o la Sampdoria».
Così cominciò l’avventura che lo ha portato ad un passo dal diventare primo cittadino. Perse per una manciata di voti il ballottaggio con Beppe Pericu e perse, perché non ebbe il sostegno ufficiale del centrodestra che all’epoca si presentò candidando Claudio Eva. Ma Castellaneta non si arrese e proseguì con la sua lista civica l’impegno per Genova: raccolse intorno a sé i suoi consiglieri provinciali, comunali e circoscrizionali e riorganizzò il movimento per le regionali del 2001. Da «Genova Nuova» a «Liguria Nuova». Determinante l’apporto della sua lista alla vittoria di Sandro Biasotti.
Sergio Castellaneta divenne consigliere regionale, tutti si aspettavano fosse nominato assessore alla Sanità, ma gli spettò solo la presidenza della Commissione Statuto.

Riuscì ancora a tenere duro, scelse di ricandidarsi alle comunali del 2002 ma, complice un infarto alla vigilia della campagna elettorale, il risultato non fu esaltante, fino ad uscire dalla politica attiva due anni fa, facendo confluire ciò che restava della sua associazione nella lista Biasotti.

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