Temistocle Solera, spia all'Opera

Temistocle Solera, spia all'Opera
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Una "nota azzurra" di Carlo Dossi tentava lo schizzo della "vita avventurosa" di Temistocle Solera, il poeta che diede a Giuseppe Verdi i libretti di Oberto, Nabucco, I Lombardi alla prima crociata, Giovanna d'Arco e Attila. Le esigue lettere sopravvissute con Verdi compaiono con ricche note e una chiara introduzione nel volume Carteggio Verdi-Solera (1843-1876) curato da Nicola Badolato (INSV, pagg, 142, euro 30). Il librettista di Va, pensiero, "nonostante i grandissimi guadagni, visse in perpetuo indebitamento". Tentò come operista di scarsa fama; allestì per la moglie soprano una compagnia di canto che lo portò in Spagna. "Colà seppe scoprire una congiura contro la regina Isabella e a impadronirsi della minuta del proclama del designato successore al trono". La riconoscente sovrana "gli si pose ad un tratto vicino e gli cacciò le mani lussuriose nella toppa de' calzoni". Dopo di ciò Solera "assisteva ai consigli dei Ministri", fino a quando la regina "congedava frettolosamente i ministri per farsi fottere e buggerare nella stessa aula e sul trono". Tornato in Italia, Solera divenne spia di Cavour, antiquario e questore fra i briganti.

La sua leggenda fu oggetto d'ammirazione nella Scapigliatura milanese, dove la grande generosità verso gli amici fu per il Dossi e gli anti-verdiani un fatto più importante dei libretti d'opera, scritti a parer suo con l'amichevole concorso dell'avvocato Pier Ambrogio Curti, "sui quali Verdi ricamò le sue migliori musiche".

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