La giunta Moratti si ferma un giorno per i primi cento giorni.
Con un pizzico di paradosso si potrebbe dire che sarà molto importante cosa decideranno di fare ma, soprattutto, le priorità che decideranno di darsi.
Milano è già Milano, con o senza la Giunta Moratti. Milano può divenire un modello nazionale e deve riconquistare un ruolo internazionale. Questo la giunta Moratti lo può fare: basta che si concentri, che non si dia a programmi universalistici. Non è con questo tipo di programmi che Barcellona è divenuta Barcellona e Lione, Lione. Ci vuole il coraggio di scegliere perché, altrimenti, la storia non sceglie Milano.
Le elezioni sono lontane, per fortuna. La giunta deve occuparsi del presente, di tutto ciò che è dovuto. Ma può e deve occuparsi del futuro senza l'affanno delle realizzazioni immediate ma con le idee chiare, dette bene, spiegate con semplicità, sottoposte a verifiche trasparenti e periodiche. Chi è sicuro del proprio progetto non ha paura di affrontare i tempi lunghi. Per dirla con Carlo Rosselli, al governo della città di Milano e al suo sindaco Moratti non è richiesto il coraggio dei giorni. È richiesto il coraggio delle generazioni. Per fare meno bastava chiunque.
Non sembri velleitario o retorico, tutto questo. È, più semplicemente, una considerazione prospettica di Milano, dove la prospettiva è data da ciò che stanno facendo o hanno fatto le città europee delle quali si parla come modelli.
Le case popolari belle, la cosiddetta welfare society, le periferie e il ruolo internazionale di Milano sono problematiche che, affrontate con una buona dose di coraggio, potrebbero far diventare Milano lunica città italiana che elaborato politiche di livello europeo.
Vale la pena tentare. Auguri.
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