
«Serve un terzo Djoker». E se lo dice lui che se ne intende, vuol dire che il tennis non vuole arrendersi al duopolio Sinner-Alcaraz. «Vorrei che un terzo giocatore entrasse in questa rivalità, Rune ha avuto alti e bassi, Fonseca può crescere, io mi identifico in quel ruolo. In fondo ero il terzo tra Federer e Nadal». Insomma, agli UsOpen - e già nella prima giornata di oggi (in campo Paolini, Bronzetti Darderi e Nardi, via alle 17 su Sky Sport e su Supertennis in chiaro) - torna Novak Djokovic, e potrebbe essere l'ultima volta a New York visti i suoi 38 anni. Eppure il giocatore più vincente di sempre sta cercando un nuovo coach, tanto che i rumours da Belgrado annunciano l'ennesima magia, addirittura l'ex stella Monica Seles nonostante lei sia alle prese con una malattia neurologica autoimmune: «Non dico ancora nulla, però». Chissà, intanto lui giocherà stanotte senza aver affrontato partite ufficiale da Wimbledon («non voglio più perdermi i momenti in famiglia») contro l'americano Tien e sognando il 25esimo Slam, che vorrebbe dire superare anche Margareth Court Smith.
Djokovic, insomma, cerca ancora di fare il terzo incomodo, con Sinner che intanto parla del numero 1 conteso da Carlos: «Posso perderlo qui, ma poi anche riprendermelo. Guardando i punti è questione di tempo, va bene così». Poi c'è il Nole sindacalista (è il fondatore dell'associazione Ptpa alternativa all'Atp), proprio nel momento in cui il circuito è più agitato che mai. Di ieri è la polemica sul montepremi del torneo, aumentato del 39% ma secondo i critici in modo sproporzionato: vincitore e vincitrice guadagneranno un assegno di 5 milioni di dollari (+40%), ma chi esce al primo turno avrà solo il 10% in più rispetto al 2024. Per il numero 38 del mondo Alexandre Müller «è vero che Alcaraz e Sinner fanno vendere i biglietti, ma il tennis non può vivere solo di star», mentre Hugo Hubert (numero 20) sottolinea: «C'è chi non riesce a pagarsi iscrizioni e viaggi ed è nella Top 300». Su questo Novak si è espresso più volte, e ha ribadito il concetto anche parlando della controversa durata dei Masters 1000: «Quando si poteva intervenire sul format a 12 giorni, in pochi hanno alzato la mano: adesso è tardi per protestare, il danno è fatto. E io, per questo, ormai mi concentro sui quattro Slam, gli unici che mi spingono ancora a dare il massimo».
Parole da Grande Vecchio, e tutto questo mentre il suo grande rivale Roger Federer, da pensionato, è entrato secondo Forbes nel club dei miliardari dello sport (1,3 mld). E la realtà è che guadagna più ora di quando giocava.