Effetto figliol prodigo. Sinner riprende Ferrara, il preparatore licenziato per il caso Clostebol

Aveva comprato la pomata. Ma non rientra nello staff Naldi, il fisioterapista allontanato

Effetto figliol prodigo. Sinner riprende Ferrara, il preparatore licenziato per il caso Clostebol
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Avete presente quel gioco da tavolo chiamato “Indovina chi?”. Ecco, eliminati quelli con la barba, con i baffi, i biondi e quelli con gli occhiali, alla fine ne resta in piedi solo uno: il colpevole. E di professione fa il fisioterapista.

Chissa cosa pensa Giacomo Naldi dopo aver saputo che l’altra parte del team licenziato da Jannik Sinner per il caso Clostebol, ovvero il preparatore Umberto Ferrara, torna a lavorare per il numero uno del mondo. Con effetto immediato. Ed anche se si è imposto il silenzio assoluto sulla vicenda, si legge virtualmente una nuvoletta sopra la sua testa: Insomma: è solo colpa mia? , il senso. Ovviamente no, ma esiste la ragion di tennis.

Riassumiamo: Ferrara compra la pomata incriminata in una farmacia di Bologna (per motivi personali), la consiglia a Naldi per cicatrizzare una ferita a un dito, questi la trasmette a Sinner durante un massaggio. Tutto ciò è certificato dalla quantità trovata al controllo antidoping (un miliardesimo di grammo), che esclude qualsiasi proposito intenzionale. Quel che resta incerto è il fatto che il preparatore avesse avvertito Naldi della pericolosità del farmaco: il primo dice di sì, il secondo invece il contrario. Fine. Poi all’improvviso, ieri, ecco la notizia via comunicato, ovvero che il ritorno di Umberto «riflette un rinnovato focus sulla continuità e sulla performance ai massimi livelli ». E qui sta il punto, anche se Ferrara era già tornato, seppur per poco, al fianco di Berrettini.

Come sappiamo Sinner è uno che bada al sodo: non ha mai avuto remore a prendere decisioni umanamente complicate, compresa l’ultima che ha allontanato Marco Panichi (ora assunto da Rune) con cui non si è trovato bene, sia dal punto di vista personale che comunicativo. Via lui e il fisio Badio, il pensiero è stato di non fare altri esperimenti alla vigilia di un periodo cruciale in termini di punti da difendere e di successi in ballo, e quindi ecco la via più logica che, nella sua idea, chiude definitivamente i conti con la Wada. In pratica: la sospensione è stata ingiusta, mi riprendo ciò che mi è stato tolto.

Il mistero è risolto, però a questo punto ci sarebbe una cosa ancora da fare: visto che il ritorno di Naldi non è invece previsto, forse Jannik dovrebbe pensarci su (è un modesto consiglio, oltre a quello di leggere i giornali: scoprirebbe che siamo tutti con

lui). Sarebbe spiacevole in fondo che, in una vicenda di cui l’insussistenza è ormai provata, non si trovi il modo di buttare giù anche l’ultima figurina. Ovvero, riabilitare anche Naldi, spazzando via inutili illazioni.

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