
Le scatole cinesi del tennis riservano al tennis italiano qualche sorpresa. Per esempio, Jannik Sinner ha dovuto far fatica per battere Altmane in tre set (6-4, 5-7, 6-0) rischiando di farsi male a una caviglia in una scivolata («Ma sto bene, grazie») e soprattutto di farsi venire mal di testa, nel momento in cui è in piena sperimentazione: «Sto cercando di fare cose nuove in campo, e su questo sto spendendo abbastanza forza mentale: però dobbiamo stare attenti a non far troppo, a stravolgere la mia identità, cambiare tutto quello che sono come giocatore». Il risultato, comunque, è il passaggio ai quarti di finale contro Maroszan, mentre il pericolo è di ritrovarsi poi in
futuro davanti ad Alcaraz con troppi dubbi in testa. Anche se la prima di servizio funziona molto meglio.
Poi c'è Musetti, alle prese con qualche guaio: l'esordio a Pechino contro Mpetshi Perricard gli ha portato in dote un fastidio alla coscia (ieri non si è allenato), possibile impiccio nella corsa verso l'agognato posto delle Atp Finals. Ma soprattutto l'ennesima polemica per i suoi coloriti soliloqui in campo: stavolta è stato beccato a dire «questi cavolo di cinesi tossiscono ogni 3 minuti», frase nella quale cavolo è una libera traduzione dal carrarino. Niente di che, dài, (Nostro Signore questa volta è stato risparmiato) eppure in tempi di social è arrivata la valanga, con accuse di razzismo
che farebbero un po' sorridere se non fosse che Lollo si è dovuto scusare pubblicamente, con i soliti «un momento di stress», «non intendevo», «sono stato inappropriato», «vi ho sempre ammirati». Per carità: se si sono offesi, meglio fare ammenda.
Ma visto che né cinesi, né tossiscono normalmente paiono parole così discriminanti (sì vabbè, c'è in mezzo il parente cattivo del cavolo), speriamo che oggi contro Mannarino nessuno gli rompa le scatole. Se si può dire.