Nel nome di Super Sinner è Italiadavis 47 anni dopo

Impresa storica degli azzurri del tennis che dopo Cile '76 tornano sul tetto del mondo. Strepitoso l'altoatesino che ha vinto tutte le partite giocate. Ieri decisivo l'1-0 di Arnaldi

Nel nome di Super Sinner è Italiadavis 47 anni dopo
00:00 00:00

E allora è qui la festa, quarantasette anni dopo, un`eternità che abbiamo vissuto e sofferto, una liberazione che sembra ancora incredibile. L`ultimo punto di Jannik Sinner è una martellata ad un`attesa che sembrava infinita, anni di discese e risalite, con la coppa a volte vicina ma sempre troppo lontana. Sì, è vero, non sarà la Davis di una volta, non lo è di sicuro: non ha il suo fascino, ma è comunque bellissima. Ed è anche la prima vissuta davvero, visto che nel 1976 il governo vietò di trasmettere in Tv la finale col Cile. Era un`altra era, che finalmente è finita.

E allora che festa sia, tutti in campo ad abbracciare Jannik Sinner, il volto e l`anima di questa vittoria che ha trascinato un`Italia incerottata dentro l`Insalatiera. Con Musetti fuori giri, Sonego a metà, Berrettini encomiabile supporter in panchina, il capitano Filippo Volandri si è di nuovo affidato a Matteo Arnaldi, e lui lo ha ripagato superando lo choc della sconfitta contro l`Olanda, quando ha fallito 3 match point contro Van der Zandshulp. Ha trasformato quel dolore in un coraggio infinito contro Popyrin, «e non è stata la mia partita più bella, questo è sicuro. Ma è stata la più importante della mia vita». Lo ha detto con le lacrime agli occhi, dopo aver messo il primo mattone della finale (7-5, 2-6, 6-4 il punteggio). Le lacrime di chi aveva capito che il sogno di un`annata speciale stava diventando realtà, le stesse della sua fidanzata in tribuna, australiana per una sera azzurra anche lei. Questo è amore, no?

La strada, a quel punto, era spianata. E poi è arrivato lui, Jannik, a chiudere il conto senza un minimo tentennamento. Roba da fenomeni, contro l`amico De Minaur che è rimasto a guardare quello che fino a poco tempo fa era un campione predestinato, e che invece ora è un fuoriclasse assoluto. È sembrato, a tratti, di vedere in campo Djokovic, ma Novak non ha i capelli rossi. Non c`è stata storia e non poteva esserci, e per intenderci: l`australiano è numero 11 del mondo. C`è stata invece la Storia del nostro tennis, in un match in cui Sinner ha riassunto il meglio di se stesso. Finisce 6-3, 6-0, ed è festa. Grande. Irrefrenabile.

Quando è il momento di alzare l`Insalatiera d`argento, è anche il momento in cui si passa da una Squadra a una Squadra, perché poi è stato questo il segreto del trionfo: uno per tutti e tutti per uno, lui, il fenomeno. Sinner si aggiusta il ciuffo, sventola il tricolore, e ci sono tutti con lui in mezzo al campo: Musetti, Bolelli, Arnaldi, Sonego, Volandri, anche Berrettini, forse - nonostante tutto - anche Fognini, che intanto a Valencia stava vincendo un Challenger. E ci siamo tutti noi, che abbiamo vissuto un`incredibile avventura aspettando questo giorno.

«È stato qualcosa di speciale - dice Jannik - abbiamo creato un gruppo fantastico. Ringrazio gli italiani, la coppa è per loro, ci hanno accompagnato anche nelle difficoltà: eravamo a un punto dall`eliminazione, ora siamo campioni». Qualunque Davis sia, è meravigliosa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica