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Tennis, morto Nick Bollettieri, il più grande sforna campioni di sempre

Si è spento all’età di 91 anni Nick Bollettieri, l'allenatore di alcuni tra i più grandi campioni della racchetta, come Andre Agassi, Boris Becker, Pete Sampras, Monica Seles e le sorelle Serena e Venus Williams

Tennis, morto Nick Bollettieri, il più grande sforna campioni di sempre

Se il tennis ha avuto tanti campioni si deve anche a Nicholas James Bollettieri, detto Nick, morto oggi a 91 anni. È stato uno degli scopritori di talenti e allenatore tra i più capaci e fortunati, tirando su campioni del calibro di Andre Agassi, Boris Becker, Pete Sampras, Jim Courier. E basterebbero questi tre per capire il livello. Ma ce ne sono molti altri, comprese Monica Seles, le sorelle Serena e Venus Williams, Martina Hingis e Maria Sharapova.

Plasmò con cura i suoi fenomeni nel caldo della Florida, all'interno della Nick Bollettieri Academy, a cui diede vita nel 1978. "Quanti ricordi, non so da dove cominciare - ha ricordato su Instragram l'ex tennista Tommy Haas -. Nickiiiiii, è così che ti ho chiamato per molto tempo. Grazie per il tuo tempo, la tua conoscenza, il tuo impegno, la tua competenza, la tua disponibilità a condividere le tue capacità. Grazie per essere stato il mio mentore e per avermi dato la possibilità di seguire i miei sogni. Eri un sognatore e un uomo d’azione, e un pioniere nel nostro sport, davvero unico nel suo genere".

Alcuni campioni scoperti da Bollettieri

Figlio di immigrati italo americani, nato a Pelham (stato di New York) nel 1931, laureato in filosofia, prima di divenire un talent scout di altissimo livello (e grandi guadagni) svolse diversi lavori sempre legati al mondo del tennis, la sua passione. Nell'Academy si allenarorono anche due importanti tenniste italiane, Raffaele Reggi e Sara Errani.

Sono molti i tennisti che lo ricordano sui social. Daniela Hantuchova, ex numero 5 del mondo, ha scritto: "Non dimenticherò mai il giorno in cui Nick ha chiesto ai miei genitori se erano volevano che lui diventasse il mio allenatore. Avevo 12 anni e la mia vita è letteralmente cambiata in quel momento. Rendermi conto che il pionieristico allenatore di tennis e una delle persone più grandi nella storia di questo sport credeva in me più di me stessa mi ha scioccato. Grazie per tutto Nick!".

Si avvicinò al tennis una volta tornato dal servizio militare e dopo aver abbandonato gli studi in Legge. Fu in quel momento che iniziò a insegnare tennis in uno dei centri universitari di maggior prestigio, la Wayland Academy del Wisconsin.

Figlio di immigrati italo-americani, Nick si laurea in filosofia nel 1953 e in seguito presta servizio militare nell'esercito americano United States Army. Studia Legge all'Università di Miami ma abbandona nel 1956 per iniziare a insegnare tennis nella prestigiosa Wayland Academy. Spostatosi a Porto Rico, continuò a lavorare nel mondo della racchetta in un hotel dei Rockefeller. Dal 1972 iniziò la sua collaborazione con Julio Moros, allenatore che divenne suo fidato braccio destro e lo seguì poi in Florida nel 1977, prima a a Longboat Key e poi a Bradenton, in quella che diverrà la scuola di tennis più ambita del mondo.

Dopo anni di duro lavoro e tanto impegno, alla ricerca dei migliori campioni in erba di tutti gli States, i primi successi arrivarono nel 1993, con un certo Jim Courier, primo della sua "scuderia" a raggiungere la vetta nella classifica Atp. Poi arrivò il tedesco Boris Becker - che si era già affaermato giovanissimo ma voleva perfezionarsi - poi Monica Seles e tutti gli altri. Uno più forte dell'altro, tutti alla ricerca del miglior sistema di allenamento e di formazione.

Nell'aprile 2015, parlando a Bogotà (Colombia) per il lancio di un torneo, disse: "L’educatore deve sapere come dialogare con gli studenti, in quanto ognuno è differente. Ad alcuni giocatori si potevano dire cosa in una maniera decisa, però ad Agassi bisognava parlargli con accortezza. Per esempio Maria Sharapova non vuole perdere. Dall’altra parte Marcelo Rios rappresenta il tennista più talentuoso con cui abbia mai lavorato, tuttavia il talento non è sufficiente per essere un campione". E aggiunse: "Sono stato fortunato per aver avuto l’opportunità di lavorare con molte leggende, però desidero che la gente mi ricordi per aver aiutato e dato speranza i giovani ragazzi. Cerco di produrre campioni, ma allo stesso tempo il mio scopo è quello di preparare i giovani a combattere contro i pericoli della vita. Oltre alla preparazione atletica, ciò che ha una certa importanza è la formazione e l’appoggio dei genitori".

"Se non ci fosse stato Nick Bollettieri, il tennis sarebbe diverso da quello che è oggi", si legge in un messaggio pubblicato dalla Img Academy, fondata dal talent scout. "Chiunque abbia conosciuto Nick sa quanto amasse sviluppare il potenziale nei giovani, allenare il tennis e questa Accademia", ha aggiunto il presidente, Tim Pernetti.

Certo, c'è anche l'altra faccia della medaglia, quella raccontata da Agassi nel suo libro autobriografico Open, che descrive Bollettieri come una sorta di "sergente di ferro" e la sua Academy come una "caserma". Però in quello e in molti altri casi giocarono (e tuttora giocano) un ruolo fondamentale anche le famiglie. Perché quei campioni in erba non erano orfani abbandonati a se stessi né prigionieri. E coltivando giorno per giorno la loro passione hanno trasformato un gioco in una ricchissima professione.

Questo anche per "colpa" (o merito) di un certo Bollettieri e del suo progetto di sfornare campioni.

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