Tensione in Pakistan Quaranta morti nell’attentato a una moschea

C’è preoccupazione nel governo di Islamabad per l’incremento nell’uso dei droni (gli aerei senza pilota «Predator» destinati ad attacchi al suolo) americani in territorio pakistano. Il primo ministro Yusuf Reza Gilani, già alcuni giorni fa, aveva bollato gli attacchi dei droni come «controproducenti» a causa delle perdite ingiustificate inflitte ai civili delle zone bombardate perché infestate dai talebani. Ieri il portavoce del governo pakistano ha ribadito questa posizione e ha espresso contrarietà rispetto alla richiesta americana di poter usare i Predator anche nel Belucistan, la regione orientale pakistana al confine con l’Iran.
E mentre continua la campagna militare contro i «santuari» dei talebani nelle zone montuose di confine con l’Afghanistan, gli estremisti islamici rispondono con azioni terroristiche in Pakistan. Ieri a Rawalpindi, a pochi chilometri dalla capitale Islamabad, due attentatori suicidi si sono fatti saltare in aria in una moschea mentre altri due hanno aperto il fuoco sui fedeli, dopo le preghiere del venerdì, uccidendo almeno 40 persone.


Fanno infine discutere le dichiarazioni di un prigioniero talebano in Pakistan alla Bbc: l’uomo ha detto che tra gennaio e febbraio Osama bin Laden era vivo. Il detenuto afferma di aver visto un contatto tra Bin Laden e gli uomini di Al Qaida, il quale gli avrebbe assicurato di aver incontrato il leader 15-20 giorni prima in Afghanistan.

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