Tenta di uccidere i figli con martello e coltello

Pensionato in preda a un raptus davanti alla moglie invalida. I due feriti sono gravi

Silvia Giglioli

da Reggio Emilia

Il figlio minore, Stefano, di trent'anni, da tempo non lavorava. Faceva orari strani, la sera rientrava molto tardi. C'è la mamma, 72 anni, in sedia a rotelle, da accudire. Lui si mostra insofferente. La situazione familiare è sempre più tesa, ieri mattina si sfiora la tragedia. Il padre, Roberto Prandi, 68 anni, colpisce a martellate e poi a coltellate quel figlio riottoso. Si sveglia il fratello maggiore Paolo, 37 anni, e si becca una coltellata in pieno addome. La lama si spezza, tanto è vigoroso il colpo. Stefano riesce a prendere il cellulare, a chiamare uno zio che dà l'allarme. E anche i vicini, risvegliati dagli strepiti, telefonano alle forze dell'ordine. Paolo e Stefano Prandi sono stati operati d'urgenza, contemporaneamente, all'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Hanno perso molto sangue, sono tutti e due gravi, la prognosi è riservata ma dovrebbero farcela. In via Vivaldi, a Reggio, vicino all'acquedotto, alla periferia della città, c'è una palazzina con una decina di famiglie, fra queste i Prandi. Litigano spesso in quella casa. La madre teme di essere un peso, per il marito e i figli. Quello maggiore lavora a pochi chilometri, in un supermercato. Il marito della signora faceva il muratore, è in pensione e si alterna con i figli nell'assisterla. L'ultima lite venerdì sera. I vicini non si allarmano, a un certo punto tutti si placano e vanno a letto. Anche Roberto Prandi. Solo che non riesce a dormire. Le diatribe con i figli, in particolare con Stefano, l'hanno accecato.
La moglie sta dormendo. Lui si alza e, esasperato, decide di mettere fine alle discussioni, con la violenza. Va in cucina, prende un coltello. Entra in un ripostiglio e si arma di martello. Si fionda nella stanza di Stefano e comincia a colpirlo. Le martellate si alternano alle coltellate. Urla, disperazione. La moglie si sveglia ma non può far niente per fermarlo. Si desta di soprassalto anche Paolo, che prova a riportare il padre alla ragione. Niente da fare, gli arriva la coltellata più lacerante, all'addome. Talmente violenta che la lama si spezza. Stefano riesce per un attimo a trovare la forza di dare l'allarme. Chiama uno zio e il 118, in pochi minuti arriva la Polizia, assieme ai soccorsi. Nel frattempo il padre, leggermente ferito alle mani, dalla colluttazione, resta lì, come inebetito. Mentalmente assente, quasi paralizzato, aspetta i poliziotti sulla porta di casa. È lui ad aprire.
Stefano è seduto su una sedia, sanguina copiosamente, mentre Paolo è a terra, nella camera da letto dei genitori, di fronte alla madre disperata.

Anche la donna viene ricoverata in ospedale, perché necessita di assistenza continua e perché in forte stato di choc. Medicato anche l'accoltellatore e poi accompagnato in carcere, alla Pulce di Reggio. «Come stanno i miei figli?», ha chiesto poi ieri mattina.

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