Nel Pdl ci sperano ancora. Congelare anche per il prossimo mandato delle comunali il numero delle poltrone, 16 assessori e 60 consiglieri e rinviare il taglio a 12 e 48 che ha già scatenato guerre interne (e mal di pancia in aula) per i posti nelle liste elettorali. Nel testo del decreto Milleproroghe un trattamento ad hoc per le grandi città con più di un milione di abitanti dove si vota - e nel 2011 rientrerebbero nella casistica solo Milano e Napoli - non compare. Ma la prossima settimana verrà fissato il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl, e il sottosegretario allEconomia Luigi Casero avrebbe predisposto quello per blindare il numero delle poltrone milanesi. Una strada comunque in salita, perché non è affatto scontato che la Lega a Roma possa garantire il voto, forse lasse (anche in vista del voto napoletano) potrebbe nascere con il Pd. Si vedrà. Dovendo contare su una lista con dodici caselle in meno dell 2006 e i consiglieri e assessori in carica che scalpitano per la riconferma, nel Pdl per ora lapertura ai «mister mille preferenze» - esponenti di Ordini e associazioni che potrebbe far crescere il peso del partito, ma creerebbe una pericolosa concorrenza per gli uscenti che non hanno lo stesso pacchetto di voti - viene accolta con diffidenza. Tra chi questa volta potrebbe mettersi in gioco in prima persona invece di «far eleggere» un consigliere di riferimento cè Luigi Pagliuca, vicepresidente dellOrdine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Milano, già tesoriere di Forza Italia e poi del Pdl e revisore dei Conti del Comune, uomo vicino al vicecoordinatore vicario del partito Alessandro Colucci.
Cinque anni fa ha «sponsorizzato» la commercialista Carola Colombo, eletta consigliera e poi anche presidente della commissione Bilancio a Palazzo Marino. Pur essendo unoutsider in politica prese 902 preferenze, più per intenderci dellassessore della giunta Albertini Guido Manca o di Stefano Pillitteri. Pagliuca ricorda che allora gli chiesero di impegnarsi in prima persona ma «era in corso la fusione tra ordini professionali e visto che la candidatura era incompatibile con il mio ruolo non me la sono sentita di scegliere». Ora sarebbe pronto a correre, e ci sarebbe un pressing forte da parte degli iscritti allOrdine, di qualcuno che porti avanti le loro istanze a Palazzo Marino. Non vuole criticare la collega che è stata eletta anche con il suo contributo, ma «certo ci si aspettava almeno un atto concreto, una proposta per la categoria, non solo progetti sul verde o sullo smaltimento dei rifiuti». Ma, premette, «non dipendo dalla politica, per me è una passione e non alzo la mano a bacchetta». A chi si domanda perché riesca a muovere tanti voti Pagliuca svela il suo metodo.
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