da New Delhi
Un terremoto di forte intensità in India e un conseguente allarme tsunami partito dalla Thailandia. È durata poco più di unora lallerta scattata dopo la scossa di magnitudo 7,2 (scala Richter), rilevata al largo delle isole Nicobare, nel mare delle Andamane, in India. Ma langoscia in tutta larea è stata difficile da placare: la mente è tornata al tragico maremoto del 26 dicembre del 2004, il cui epicentro fu poco distante dalle 500 isolette dellarcipelago indiano, anchesse colpite dal maremoto.
Erano le 00:42 (le 17:42 in Italia) quando la terra ha tremato al largo della costa orientale dellIndia. Poco dopo, dalla Thailandia (uno dei Paesi più colpiti dallo tsunami del 2004) è partito lallarme: «C'è un rischio tsunami, se dovesse arrivare potrebbe colpire le province di Puket, Phang Nga, Krabi, Ranong, Satun e Trang». Così il direttore del centro per le catastrofi naturali Plodprasop Surasawadi, ha avvertito la popolazione e le autorità, seminando prevedibilmente il panico nelle aree già colpite dalla catastrofe.
A placare gli animi e a rassicurare la popolazione ci aveva pensato poco prima il governatore dell'arcipelago Ram Kapse: «Ho avuto informazioni dalla polizia locale, non ci sono vittime né danni e non c'è un rischio tsunami» ha detto Kapse.
«Non c'è niente di cui preoccuparsi per il momento. Manteniamo la sorveglianza e non ci sono aumenti del livello del mare tali da far temere uno tsunami - ha precisato anche il ministro indiano delle Scienze, Kapil Sibal. «La situazione attuale sul terreno non giustifica un allarme tsunami», ha aggiunto.
Mancavano pochi giorni allinizio del nuovo anno quando le gigantesche onde oceaniche generate dai movimenti tellurici crearono un vero e proprio disastro in alcuni fra i più gettonati paradisi del sud-est asiatico: solo in Indonesia le vittime furono oltre centomila. Il bilancio complessivo della catastrofe fu di circa 200mila morti. La tragedia provocò unemergenza senza precedenti nellarea, a causa del timore di epidemie e per il perpetrarsi di scosse di assestamento nellarea. Intere isole sommerse, case completamente distrutte, famiglie spazzate via o spezzate dalla furia delle acque. Coinvolti tantissimi stranieri, di ogni nazionalità, in maggioranza britannici e nord-europei, costanti frequentatori dellarea. Di quella tragedia, oltre alla morte arrivata senza preavviso si ricorderà anche la grande mobilitazione internazionale e la solidarietà non solo dei governi, ma anche di milioni di singoli cittadini che hanno contribuito materialmente allinvio di beni di prima necessità e medicinali.
E di quella tragedia molti non hanno dimenticato la polemica sulla mancata allerta preventiva, che se fosse giunta in tempi stretti avrebbe potuto salvare la vita a decine di migliaia di persone.
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