Cronaca locale

«Il terrorismo? Una devianza psichica»

«Frequento la moschea di via Padova perché si predica il rispetto della legge italiana»

«Il terrorismo? Una devianza psichica»

Classe 1924, in Italia dal 1954, Gabriele Mandel Kahn è plurilaureato (anche in Medicina), psicanalista, erudito, conosce a memoria il Corano, il Tao di Lao Tsu, i principali testi cristiani e cattolici (in latino) e tutta la Divina Commedia. Importanti case editrici richiedono la sua consulenza. È anche un bravo ceramista. È di famiglia turco-afghana, in Europa nel 1945. È il Vicario generale (khalyfa) della Confraternita sufi in Italia. I sufi sono musulmani d’impronta mistico-ascetica. Il sufismo è nato già nel VII secolo dopo Cristo, ma si è affermato mille anni fa, ispirando gran parte della letteratura araba e persiana.
Lei è un sapiente!
«Per noi sufi occorre conoscere il massimo di tutte le religioni del mondo. Il nostro Profeta disse: “Il sangue di colui che studia è ben superiore al sangue dei martiri”. Il nostro è un obbligo per la vita. E la morte è la porta per uscire, se Dio vuole, da questo mondo fenomenico, per liberare la nostra anima dalla gabbia del corpo e vivere la vita vera, la vita dell’anima».
Il sufismo è una filosofia di vita?
«Anche. Ma è importante il rito, che dura da una a tre ore, nel quale lodiamo e adoriamo Dio. Una famosa versione di questo rito è quella dei dervisci rotanti».
Come chiamate le vostre «sedi» nel mondo?
«Questa di Milano (via Piceno 23, ndr) è una tekké. In italiano dovremmo dire “abbazia”. La nostra confraternita in Italia conta 1.186 sufi, di cui 120 circa originari della Turchia o di altri Paesi islamici. Gli altri sono cattolici convertiti. Qui a Milano ne raccogliamo 50-60, il muftì è tunisino, l’imam è egiziano. Altri sono turchi. Ma 50 sono italiani. La nostra moschea è in via Padova 144. Il mihrab, l’altare maggiore, di ceramica, l’ho fatto io».
Che rapporti avete con i musulmani della moschea di viale Jenner?
«Sono amico dell’imam. Ma se frequento la moschea di via Padova è perché gli imam predicano il rispetto, l’osservanza delle leggi italiane, il buon comportamento. Il terrorismo non è tale per eccesso di Islam, ma per totale e assoluta mancanza di Islam. Il giornalista Magdi Allam ci definisce “ala moderata e colta”. Il Corano condanna all’Inferno il suicida. Da psicoterapeuta, penso che per arrivare al suicidio e al terrorismo bisogna avere una devianza psichica».
Che pensa dei talebani in Afghanistan?
«Non hanno visione religiosa o politica. Sono i guardiani dei produttori e dei mercanti di droga».
Lei porta benissimo i suoi anni.
«Mia zia ne ha 104 e dipinge. La scienza dimostra che l’andare in estasi accresce le cellule cerebrali. Sono stati i sufi a fondare i primi manicomi nel mondo, e anche le prime università. Il mio psicologo didatta è stato Cesare Musatti. La medicina europea parte dal canone di Avicenna, che era un sufi turco».
Musatti non era ateo?
«Fino a un certo punto. Sotto sotto cercava...».
Com’è cambiata per lei Milano in cinquant’anni? È in atto uno scontro di civiltà?
«Assurdo. Tra la Cristianità e l’Islam c’è sempre stata osmosi. L’Islam ha molte sfaccettature.

E gli islamici che vengono qui devono adattarsi».

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