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Il nuovo epicentro asiatico dell'estremismo islamico: cosa succede nelle Filippine

Le Filippine, con la sua storia di conflitti e povertà, sono diventate un epicentro per l'estremismo islamico, attirando gruppi terroristi internazionali

Il nuovo epicentro asiatico dell'estremismo islamico: cosa succede nelle Filippine
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Negli ultimi anni le Filippine sono emerse come uno dei punti più critici per l'estremismo islamico in Asia. Questo fenomeno è legato alla presenza di numerosi gruppi terroristi attivi che hanno trasformato il sud del paese, in particolare l'isola di Mindanao, in un rifugio sicuro per militanti e combattenti stranieri. Le autorità australiane, ad esempio, hanno indagato su un viaggio proprio nelle Filippine dei due uomini responsabili del recente massacro di Bondi Beach, a Sydney. Secondo un reportage della Cnn, queste persone, padre efiglio, avevano soggiornato per un mese nelle regioni meridionali del Paese, dove si ritiene abbiano ricevuto addestramento militare da parte di formazioni radicali locali. L'intera vicenda ha così riacceso i riflettori su come le Filippine siano diventate una sorta di "accademia del terrorismo" per combattenti provenienti da tutto il mondo, nonostante gli sforzi delle autorità per contrastare tale fenomeno.

Il terrorismo islamico minaccia le Filippine

Le ragioni per cui le Filippine sono diventate il principale epicentro asiatico dell'estremismo islamico sono molteplici e radicate nella storia e nella geografia. Mindanao, la seconda isola più grande delle Filippine, ha una popolazione musulmana prevalente, a differenza del resto del Paese, che è a maggioranza cattolica. Questa divisione religiosa ha alimentato tensioni e conflitti tra i musulmani di Mindanao e il governo centrale filippino. Inoltre, la regione ha sempre sofferto di una governance debole, di disuguaglianza economica e di una povertà cronica, che ha favorito l'ingresso di gruppi militanti.

Tra i gruppi più noti vi sono Abu Sayyaf e Maute, che, in passato, sono stati alleati di al-Qaeda, ma che negli ultimi anni si sono sempre più allineati con l'ISIS. Le montagne impervie e le foreste dense di Mindanao offrono un ambiente ideale per l'addestramento militare, la pianificazione di attacchi e la gestione di risorse, lontano dalla vista delle forze di sicurezza. La presenza di numerose formazioni e la difficoltà delle autorità nel garantire il controllo delle zone più remote rendono la regione ancora più vulnerabile.

Un altro fattore che contribuisce alla crescente presenza di estremisti nelle Filippine è la sua posizione strategica e le sue frontiere porose. Grazie alla sua vicinanza a Paesi come l'Indonesia, la Malesia e la Thailandia, le Filippine sono diventate un punto di transito per combattenti stranieri, che arrivano per allenarsi e unirsi a gruppi locali. La città di Davao, situata nel sud delle Filippine, è uno degli esempi più emblematici di questa dinamica.

Riflettori puntati sull'isola di Mindanao

Secondo Rommel Banlaoi, presidente dell'Istituto filippino per la Pace e la Ricerca sul Terrorismo, Davao è sempre stata una delle destinazioni preferite dai combattenti stranieri. Non tanto come obiettivo per attacchi diretti, ma come luogo di incontro, dove gruppi diversi si riuniscono per organizzare finanziamenti, pianificare operazioni e fare scambi logistici. Sebbene non si sappia se i due uomini coinvolti nell'attacco a Sydney abbiano effettivamente visitato Davao, il fatto che questa città fosse nella loro lista di destinazioni finali è un chiaro segnale della centralità della regione per le reti terroristiche internazionali.

Nonostante il terrorismo nelle Filippine abbia visto un certo declino negli ultimi anni, grazie all'introduzione di leggi antiterrorismo più severe e alla cooperazione internazionale, la minaccia non è ancora scomparsa. La legge contro il terrorismo, adottata nel 2020, ha permesso di inasprire le pene per chi promuove o sostiene gruppi terroristici, anche senza compiere direttamente atti di violenza. Inoltre, il governo filippino ha avviato una serie di negoziati con alcuni gruppi militanti, portando a cessazioni di ostilità in cambio di maggiore autonomia per le regioni musulmane di Mindanao. Nonostante questi progressi, molti gruppi armati sono ancora attivi, e alcuni elementi ribelli, che hanno firmato accordi di pace, continuano a operare nell'ombra, alimentando il rischio di nuove violenze.

Un altro elemento da considerare è la persistente difficoltà delle autorità filippine nel affrontare le radici profonde del problema. La disuguaglianza economica e sociale, in particolare nelle regioni più povere e isolate, continua a rappresentare un terreno fertile per l'ideologia estremista. Molti giovani musulmani, provenienti da famiglie impoverite, vedono nell'arruolamento in gruppi militanti una via di fuga da una vita segnata dalla povertà.

Inoltre, la propaganda jihadista, che promette un futuro di gloria e onore sotto la bandiera dell'Islam, rimane efficace soprattutto tra i più vulnerabili. Le Filippine hanno cercato di affrontare questi problemi attraverso programmi di sviluppo economico e di integrazione sociale, ma i risultati sono stati limitati.

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