Tre giorni ininterrotti di festeggiamenti: non è il Carnevale di Rio de Janeiro, ma poco ci manca. Per la terza serata consecutiva, Milano si è infatti vestita di rossonero per lennesima celebrazione del trionfo ateniese dellundici di Ancelotti. Merito di una Coppa dei Campioni dal sapore speciale, perché conquistata in una stagione anomala, perché conquistata dopo il dominio incontrastato dei cugini nerazzurri in campionato, perché conquistata contro il Liverpool, carnefice del Milan solamente due stagioni fa nellinfausta notte di Istanbul. Erano in 15mila mercoledì sotto le guglie del Duomo, assiepati davanti al maxischermo a esultare per i gol di Pippo Inzaghi, uno dei più acclamati anche ieri sera. In 10mila hanno scortato giovedì per le strade della città la squadra al rientro dalla Grecia da piazza Mario Pagano fin sotto il balcone dellArengario. Ieri, invece, il popolo di fede milanista ha invaso lo stadio Meazza, 40mila presenti, per tributare lennesimo saluto ai propri beniamini. Un interminabile fiume rossonero che fin dallapertura dei cancelli alle 19 ha lentamente colorato gli spalti della Scala del calcio, in attesa dellinizio dello spettacolo in vetta allOlimpo condotto dal milanista doc Teo Teocoli - sciarpa del Milan al collo -, mattatore fin dallinizio della serata con una divertentissima imitazione dellex ct della nazionale, Cesare Maldini e con lormai famosissimo urlo «Vai vai vai Paolino!».
Nel frattempo il rettangolo verde di gioco si trasforma in un grandissimo circo allaperto: saltimbanchi, mangiatori di fuoco e giocolieri allietano la notte dei 40mila di San Siro. Sullo sfondo i maxischermo manda in onda a ciclo continuo le immagini dei trionfi rossoneri: un boato ad ogni rete. Ore 22,30, finalmente entrano in campo gli eroi di Atene, lo stadio si trasforma in unautentica bolgia grazie ai tifosi rossoneri che, nonostante tutto, hanno ancora voglia di urlare, cantare e fare baldoria. «Dopo un anno passato a subire gli sfottò dei cugini nerazzurri - spiega Davide, abbonato rossonero di vecchia data - ci siamo presi una grossa rivincita». Perché la tifoseria nerazzurra è ancora quella maggiormente presa di mira dai cori del Meazza. Intanto, ad uno ad uno i giocatori vengono annunciati in campo dello speaker, fino allingresso dellambitissima coppa - sulle note dellinno della Champions League - portata in braccio dal capitano Paolo Maldini e dallallenatore Carlo Ancelotti che si improvvisa cantante e intona un coro con i 40mila del Meazza. La tifoseria letteralmente impazzisce: «Siamo noi! Siamo noi! I campioni dellEuropa siamo noi!». Ci sono applausi e cori per tutti ma soprattutto per Pippo Inzaghi, leroe di Atene, luomo della doppietta.
E festa è anche per i numerosi ambulanti presenti attorno allo stadio: magliette, sciarpe e bandiere celebrative della vittoria sono andate letteralmente a ruba ed erano già introvabili ben unora prima dellinizio dello spettacolo. Un altro modo, dunque, per gioire della coppa rossonera. Si finisce con i giri di campo, la ola e i fuochi di artificio. Poi tutti a casa. E domenica tocca ai cugini.