Quarantanni fa a Woodstock si apriva il più grande raduno della storia del rock. Non è un caso che lassessore ai Grandi eventi del Comune, Giovanni Terzi, scelga lanniversario del mitico concerto del 1969 per rilanciare la raccolta firme per «liberare la musica» (aperta circa un mese fa). Ai canali on line già a disposizione per aderire si aggiunge il numero 320.2043297, a cui inviare via sms i propri dati anagrafici, data di nascita, e aderire così alla battaglia in difesa dei grandi concerti. Di più. Il 20 settembre, quando alla Triennale Bovisa si chiuderà proprio la mostra dedicata a Woodstock, ci sarà un grande evento dalle 18 alla mezzanotte con diversi vip: «Festeggeremo le firme raccolte, in un mese sono già decine di migliaia. Chiederemo al ministro della Giustizia Angelino Alfano di depenalizzare il reato di disturbo alla quiete pubblica in caso di concerti», anticipa Terzi.
La telenovela si gira da anni, è lo scontro tra i comitati anti-rumore a San Siro e il Comune che cerca di garantire a star e spettatori le migliori condizioni per gli show dal vivo. Per gli U2 e Madonna al Meazza lo scorso luglio sono dovuti scendere in campo sindaco e prefetto, in extremis hanno concesso una deroga per alzare di due decibel, da 78 a 80, il livello del suono. Ma lincertezza avrebbe portato Madonna nei giorni scorsi a bocciare Milano: «Limitare i decibel di un concerto è come deturpare unopera darte, non so se tornerò ancora». Lassessore lo ha definito «uno sfogo comprensibile, non si può gestire il livello della musica come se fosse un aspirapolvere, si tratta di cinque show allanno, latteggiamento di un comitato di quartiere composto da pochi cittadini fa male alla nostra città, alla sua internazionalizzazione. I fatti mi stanno dando ragione».
Non si fa attendere la replica del comitato SanSiroVivibile: «Altro che 10 o 20 persone che rompono - sostiene la portavoce Silvana Gabusi -. Lassessore è stato citato in giudizio a giugno da quaranta cittadini.
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