Terzo elicottero caduto Indagine sulle licenze

Due i morti sul velivolo di Rds. L’Enac: piloti, stretta sull’addestramento

Giuseppe Marino

Era quasi arrivato a destinazione, all’aviosuperficie di Magione quando ha cominciato a perdere quota, fino a schiantarsi in un oliveto in località Montemelino. Una tremenda caduta, le cui cause sono ancora da spiegare, che non ha lasciato scampo al pilota Mario Sepiacci, 41 anni, e al 30enne Alessio Carola che gli sedeva a fianco. È il terzo elicottero che cade in tre giorni, quanto basta per far suonare un campanello d’allarme anche ai piani alti dell’Enac, l’ente per l’aviazione civile che certifica velivoli, scuole di volo e piloti.
Nel weekend era toccato al piccolo velivolo dell’imprenditore Giorgio Panto inabissarsi in acqua a Venezia. Lunedì la tragedia del grosso Agusta Ab412 schiantatosi contro una montagna nel torinese. E ieri l’ultimo caso, quello dell’elicottero di proprietà di Edoardo Montefusco, il titolare di Radio Dimensione Suono, per un totale di cinque vittime. L’Enac e l’Ansv, l’agenzia per la sicurezza del volo, puntano il dito sulla preparazione dei piloti. Sul tema sarà aperto un tavolo congiunto che riesaminerà le procedure dell’intero settore. Gli elicotteri che solcano i cieli italiani sono circa 500, a fronte di circa 8mila piloti, divisi tra privati, professionisti e di linea. Il numero dei velivoli con il rotore è molto inferiore a quello degli aerei. «Gli elicotteri rappresentano una nicchia dell’aviazione civile - spiega Benedetto Marasà, direttore centrale operazioni dell’Enac - sono versatili, ma molto più costosi e delicati degli aerei».
L’ente, con una nota ufficiale, ha fatto sapere che intende «soffermarsi in particolare sull’addestramento dei piloti e sulle problematiche più generali attinenti gli aspetti operativi e procedurali del settore, per la definizione di un quadro complessivo di tali eventi e per assumere le eventuali azioni preventive che potrebbero prevedere un aumento della sorveglianza sugli operatori o un inasprimento delle regole». Una stretta sulla preparazione dei piloti, in realtà, era già arrivata con l’entrata in vigore della normativa europea, che prevede una stringente serie di test, esami di abilitazione, controlli periodici e continuativi a cui non sfugge nessuno, dai piloti di ogni livello alle scuole. Eppure ogni anno si verificano un centinaio di incidenti «precursori», come li definiscono all’Enac, cioè inconvenienti che non danno luogo a disastri letali, ma che devono allarmare. Gli incidenti mortali sono invece in media 10-15 l’anno.
«La serie nera di questi giorni certo è preoccupante - spiega Marasà - ma in realtà già i dati degli ultimi anni hanno spinto l’Enac ad accendere un faro sul problema della preparazione dei piloti. Non è tanto una questione di addestramento pratico o di carenze nell’insegnamento delle nozioni, quanto invece l’esigenza di porre più attenzione nell’insegnare ai piloti a riconoscere chiaramente i propri limiti, a evitare eccessi di fiducia nelle proprie capacità. Perché negli elicotteri, rispetto agli aerei, il fattore umano è più determinante». Niente rischi inutili, insomma, inclusi quelli legati alle condizioni meteorologiche che potrebbero aver pesato negli incidenti avvenuti negli ultimi giorni.
Per accertare con precisione le cause però ci sarà da aspettare l’evoluzione delle inchieste, aperte anche sul caso di ieri. Secondo alcuni testimoni l’elicottero, caduto a Montemelino avrebbe dato segni di avaria ai motori, prima di precipitare. Caduto intorno alle 12.30, era decollato dall’aeroporto di Roma Urbe diretto all’aviosuperficie di Magione, nei pressi del lago Trasimeno. Il proprietario dell’emittente radiofonica era ospite di un imprenditore della zona, a casa del quale era giunto ieri mattina in auto.

A bordo dell’elicottero, oltre a Seppiacci, un pilota professionista molto esperto, c’era anche Caroli, autista personale di Montefusco. Oltre agli accertamenti dell’Ansv, sull’episodio è stata aperta anche un’inchiesta da parte del sostituto procuratore Sergio Sottani.

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