Terzo polo, cresce la fronda: «Ci manca una linea»

Sta creando grandi problemi e turbolenze, nel Terzo polo, il caso di Bruno Tabacci, il «big» rutelliano che si trova in una posizione inedita: assessore al Bilancio con la sinistra ma esponente di uno schieramento che tutt’ora, a Palazzo Marino, si proclama all’opposizione. Una posizione comoda forse per lui, meno per i «suoi» alleati, che cominciano a pagare i prezzi di questo squilibrio, tanto che ora qualcuno comincia a chiedere un chiarimento, e una linea politica comprensibile.
Le prime vistose crepe si sono aperte pochi giorni fa, quando quello che è il consigliere comunale di Terzo polo (e come tale rappresenta tutti i partiti che lo compongono, come loro candidato sindaco a maggio) ha deciso di «puntare» l’assessore, accusandolo di scarsa trasparenza nel caso Sea-Serravalle. La reazione dei partiti - l’Udc, Futuro e Libertà e l’Api (i rutelliani) - è stata liquidatoria, non solo gelida. «Rappresenta solo se stesso», «deve riflettere sulla sua attuale collocazione politica» gli hanno mandato a dire coloro che 5 mesi fa lo hanno sostenuto come alternativa a Letizia Moratti e Giuliano Pisapia.
Secondo letture interne allo schieramento di centro, tuttavia, non si tratterebbe (solo) di una difesa dell’assessore, che comunque dalla stanza dei bottoni può esercitare un fascino notevole sui suoi amici centristi, non indifferenti alle lusinghe di Palazzo Marino. Non sarebbe solo questo. Anzi, l’arruolamento di Tabacci, non meno della «sparata» di Palmeri, sarebbe al centro di una notevole insoddisfazione, che cova sotto la cenere da mesi.
Il coordinatore cittadino dell’Udc, Pasquale Salvatore, veste i panni del pacificatore: «Si tratta di una sana dialettica - minimizza - sono convinto che il lavoro di Tabacci, come quello di Palmeri, possa essere valorizzato». Fin qui una dichiarazione di pura diplomazia, ma se si passa alla questione chiave - la collocazione politica - la stessa «colomba» Salvatore non lascia spazio alle ambiguità: «Noi siamo e restiamo all’opposizione, perché i cittadini ci hanno votato come alternativi a centrodestra e centrosinistra. Una opposizione «responsabile e non preconcetta - ripete - ma opposizione». Lo schema è questo: «Come a Roma, così a Milano. Lì distinti dalla sinistra, qui distinti dal Pdl, ma sempre all’opposizione». Unica concessione l’omaggio alla personalità di Tabacci: «Ha un’autorevolezza importante, ma noi intendiamo valutare gli assessori, come il sindaco, in base a ciò che fanno».
Al di là dei pompieri entrati in azione, ora qualcuno dà voce all’esigenza di un chiarimento: «Quello che latita è una linea politica - riflette Alberto Mattioli, l’ex vicepresidente della Provincia uscito dal Pd per passare all’Udc - queste uscite degli ultimi giorni sono il frutto di una mancanza di chiarezza.

È evidente da mesi, devono essere convocati gli organismi dei partiti, e il coordinamento dell’alleanza, per arrivare a un chiarimento». «Io - chiarisce Mattioli - non condivido tutti i modi con cui il Terzo polo si sta manifestando pubblicamente, con queste polemiche sui giornali».

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