Il Terzo Polo non c’è più: i finiani scelgono Pisapia e l’Udc si chiama fuori

Il Terzo Polo va a pezzi praticamente ancor prima di nascere. Basta un niente e sono scintille. Così Futuro e Libertà va a sinistra e sceglie il rifondatore comunista Giuliano Pisapia mentre l’Udc frena e sembra preferire il centrodestra. E Milano, che doveva essere la rampa di lancio del Nuovo polo, si rivela sempre di più la tomba politica dell’alleanza. Sono lontani i giorni in cui la città pendeva dalle labbra di un Gabriele Albertini tentato dal grande salto. Allora i «big» del centro, come Francesco Rutelli e Massimo Cacciari, si affannavano a spiegare che le Comunali per Palazzo Marino avrebbero segnato l’inizio di una nuova era politica, con un terzo polo a due cifre. Sono passati pochi mesi e la realtà è scoraggiante: il Nuovo polo va in pezzi sotto i colpi dei pasdaran finiani. Gli Udc sono infuriati e il candidato sindaco Manfredi Palmeri è sempre più solo e condannato dai suoi stessi partiti a una condizione di marginalità e irrilevanza. Il colpo del ko arriva, e non è un caso, tramite il «Fatto Quotidiano», che intervista Fabio Granata. Il deputato siciliano - sostenitore in generale di un’alleanza di Fli con il Pd - ammette esplicitamente che il partito, in caso di ballottaggio, dovrà sostenere il candidato della sinistra Giuliano Pisapia. E la situazione esplode.

Tant’è che dall’Udc - che pure ha ufficializzato la libertà di voto al secondo turno, ma con ben altri argomenti - si chiamano fuori: «Nessuno può decidere quali valori ci accomunano - dice Alessandro Sancino, coordinatore provinciale - ed è evidente che se queste sono le posizioni occorre riflettere sulle basi culturali dell’alleanza». Amen

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