Questa volta gli anfratti bui che circondano la stazione Centrale non c’entrano. L’ennesimo stupro, avvenuto giovedì notte ai danni di una studentessa americana di 21 anni, non è stato consumato dietro ai binari morti. Tanto meno all’interno di un tunnel isolato. Lo scenario è di tutt’altro genere: corso Garibaldi, uno dei punti di riferimento della movida notturna milanese. Zona di locali e discoteche, di feste e aperitivi, invasa ogni giorno della settimana, e fino a tarda notte, da migliaia di giovani.
Proprio qui, dove non ti aspetti, è cominciata la disavventura della studentessa Erasmus, in Italia per seguire i corsi della Bocconi. Il comune denominatore, rispetto a molti altri episodi simili, è l’identikit dell’aggressore. Extracomunitario, clandestino, disoccupato, già destinatario di un decreto di espulsione del questore. Noto con il soprannome Tito, l’egiziano di 25 anni ha conosciuto la giovane all’interno della discoteca «Le Club». Intorno alle 4.30 l’ha convinta a seguirlo fuori dal locale, in una strada laterale del corso, e qui, lontano dagli occhi dei passanti, l’ha stuprata sul cofano di una macchina.
Ieri però, dopo essere stata medicata alla clinica Mangiagalli, la vittima ha denunciato l’episodio e riconosciuto l’uomo. Che è stato raggiunto a casa - in zona Greco - dalla polizia e arrestato. «È di tutta evidenza - commenta il vice sindaco con delega alla Sicurezza Riccardo De Corato - che è ormai urgente rivedere la politica immigratoria e fermare l’aggressione dei clandestini alla città. Perché, a differenza di quanto fa Sarkozy in Francia, il sistema delle espulsioni adottato dal governo del nostro Paese è un’autentica presa in giro. Il responsabile di questo ennesimo stupro doveva essere accompagnato alla frontiera. Invece, girava in tutta tranquillità a Milano». Città nella quale un cittadino su sei è straniero. Dove, solo nel 2007, sono entrati 40mila irregolari. E dove, secondo le previsioni della fondazione Ismu, altrettanti clandestini arriveranno nei prossimi mesi.
«Le espulsioni da sole non bastano - continua De Corato - occorre rivedere la politica dei flussi, servono i Centri di permanenza temporanea. Bisogna ricorrere a rimpatri coatti immediati con pene di almeno dieci anni, per chi rientra in Italia, da scontare nelle carceri dei Paesi di provenienza». Quella di giovedì notte è la terza violenza sessuale avvenuta negli ultimi dieci giorni in città, «e ancora una volta il responsabile è un clandestino che ha alle spalle anche precedenti penali - continua il vice sindaco -. Come li avevano l’algerino e l’italiano fermati alla stazione Centrale. Entrambi liberi di scorrazzare nella nostra città e di compiere brutalità per le strade, come del resto aveva denunciato il rapporto della Corte d’Appello in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario».
Esprime solidarietà e rammarico per l’episodio l’assessore comunale ai Servizi sociali Mariolina Moioli. Che precisa: «Nell’ultimo anno, a Milano, non abbiamo assistito a un aumento dei casi di violenze sessuali.
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