Lappuntamento è fissato per il 12 novembre davanti al tribunale civile di Torino quando il giudice Brunella Rosso illustrerà le proprie conclusioni a proposito della causa intentata da Margherita de Pahlen nei confronti dei presunti gestori del patrimonio del padre, Gianni Agnelli, ovvero Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens, Sigfried Maron, nonché la madre Marella Caracciolo.
Dichiarati nei mesi scorsi inammissibili i 48 capitoli di prova presentati dalla figlia dellAvvocato e respinte inoltre le istanze, proposte dalla stessa Margherita, di esibizione di tutti gli incartamenti riguardanti le quattro persone citate e quindici istituti bancari, il magistrato è davanti a un bivio. Nel caso la dichiarazione di inammissibilità di nuove prove non fosse confermata, Gabetti, Grande Stevens e Maron sarebbero chiamati a produrre il rendiconto richiesto dalla donna. Ma il giudice potrebbe anche stabilire che Margherita non ha titolo di chiedere a Gabetti, Grande Stevens e Maron di esibire il rendiconto sul patrimonio dellAvvocato, in quanto i tre manager non sono stati i gestori dei beni di Agnelli.
Il dossier sulla cui esistenza Margherita insiste, riguarda lasse ereditario del padre. La figlia di Agnelli sostiene, infatti, di aver ottenuto versioni differenti sullammontare del «tesoro», mentre Gabetti e Grande Stevens hanno sempre affermato che tutto è stato chiarito nel momento in cui Margherita, nel 2004, ha siglato con la madre Marella un accordo relativo ai beni dellAvvocato sino ad allora noti, escludendo ogni possibilità di rivalsa. Il resto è storia di questi giorni con le indagini avviate dallAgenzia delle entrate sullesistenza in qualche paradiso off-shore del tesoro nascosto dellAvvocato, i veleni che hanno occupato le pagine dei giornali e la dura replica di John Elkann, figlio di Margherita e designato da Agnelli quale erede dellimpero, «indignato per la violenza delle parole e le falsità dette su mio nonno». Per Gabetti e Grande Stevens, comunque, si preannuncia un finale danno piuttosto caldo anche sul fronte delloperazione di equity swap che nel 2005 consentì allallora holding Ifil di mantenere il controllo della Fiat. Accusati di aggiotaggio informativo, i due uomini di fiducia di Agnelli, giù multati dalla Consob, entro lanno conosceranno la sentenza del tribunale di Torino.
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