Il Tesoro Usa in soccorso dei bond di Freddie Mac

da Milano

Dopo più di un anno dallo scoppio della crisi dei mutui americani subprime, e all’indomani del fallimento, negli Stati Uniti, della banca IndyMac, sui mercati finanziari la crisi è profonda. Ieri il Tesoro americano è sceso in campo per aiutare Freddie Mac, agenzia semigovernativa che si occupa di mutui. I funzionari del dipartimento del Tesoro hanno sollecitato alcune grandi banche che normalmente acquistano obbligazioni affinché garantiscano che Freddie Mac oggi riesca a vendere 3 miliardi di obbligazioni. Lo ha rivelato il Washington Post. Secondo il quotidiano, il Tesoro, la Federal reserve e altre agenzie considerano ormai questa operazione, stabilita in precedenza, come un test per verificare la fiducia degli investitori, dopo che la scorsa settimana l’agenzia semi-governativa che opera nel settore dei prestiti ipotecari è crollata in Borsa insieme alla sua sorella Fannie Mae.
Nonostante i funzionari del Tesoro si dicano ottimisti sulla vendita, secondo alcune fonti vicine al dossier citate dal quotidiano di Washington, si starebbero vagliando eventuali opzioni nel caso non ci sia sufficiente interesse nelle obbligazioni. Una di queste alternative, secondo il Wp, è che il Tesoro e la Fed le acquistino direttamente. Un’altra possibilità è che la Fed di New York possa acquistare il debito indirettamente attraverso broker privati o chiedendo alle aziende private di acquistare il debito e promettendo che il governo restituirà le obbligazioni se Freddie non riuscisse a coprirle. Sulla vicenda, ieri, è intervenuto anche il senatore americano Cristopher Dodd, il quale ha detto che le due agenzie semigovernative sono in una «situazione solida». Quanto alla crisi globale, va registrato un report di Morningstar, secondo il quale nell’ultimo mese l’indice Msci World ha perso quasi il 9%, mentre da inizio anno è sceso di circa il 20%. Un andamento che smentisce su tutta la linea i facili profeti che, alla fine del 2007, davano per certo un recupero entro la prima metà di quest’anno. Gli stessi che, col progredire della crisi, hanno spostato di mese in mese l’orizzonte delle loro previsioni. Ora si aspettano di uscire dalla tempesta entro il primo semestre del 2009.
Ma le condizioni di difficoltà del mercato, per il momento, sembrano non trovare una via di soluzione. In Europa, l’inflazione in crescita ha convinto la Banca centrale europea ad alzare il tasso di interesse di un quarto di punto portandolo al 4,25%, nonostante le richieste di aiuto dei Paesi membri di Eurolandia, che volevano una mano per stimolare la crescita congiunturale. L’Asia soffre e la situazione generale rischia di riflettersi negativamente anche sull’America latina. Ma secondo gli analisti di Morningstar, la situazione, dal punto di vista operativo, è grave soltanto se si hanno obiettivi di investimento di breve termine. C’è attesa, frattanto, per l’odierna presentazione della relazione Consob per l’anno 2007.

Il presidente, Lamberto Cardia, farà il punto anche sui primi mesi del 2008 e non mancherà, nel suo discorso alla comunità finanziaria, di fare riferimenti alla crisi dei mutui subprime e all’andamento dei mercati finanziari.

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