da Milano
Si stringono le maglie dellEuropa sul tessile cinese. Da Bruxelles, è arrivato ieri il via libera ai provvedimenti durgenza proposti dal commissario Peter Mandelson, e accolti dal Comitato tessile che rappresenta i 25 Paesi membri, contro prodotti come t-shirt in cotone e filati di lino. LItalia, intanto, intende attivarsi per proporre entro giugno una direttiva tesa a colpire i vari casi di contraffazione.
Rispetto agli Stati Uniti, che hanno deciso di imporre dazi doganali allo scopo di difendersi dallinvasione dei filati made in China, lEuropa sembra voler utilizzare un approccio più morbido nei confronti di Pechino. Mandelson ha sottolineato infatti la volontà di «trovare una mediazione», nel rispetto delle regole del Wto (lorganizzazione per il commercio internazionale) sottoscritte dallex Impero Celeste con la firma del Protocollo di adesione. Unintesa sarà già cercata nel corso dellincontro di oggi tra il commissario Ue e Gao Hu Cheng, il negoziatore cinese. Lobiettivo è quello di convincere la Cina a ridurre le esportazioni senza dover arrivare a soluzioni più estreme. «Se la Cina - ha spiegato Mandelson - non rispetta i criteri delle linee guida la Commissione può imporre dei contingenti alle importazioni». Bruxelles confida comunque di sciogliere il nodo in maniera «indolore», rassicurata dalla promessa di Pechino di introdurre una tassazione tra i 4 e i 6 yuan sulle esportazioni dei prodotti tessili.
Ottenuto il sì dal Comitato tessile (un «importante successo della politica di costante pressione del governo italiano», ha detto il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola), il ruolino di marcia prevede per domani lesame del provvedimento da parte del collegio dei commissari; le autorità cinesi dovrebbero poi ricevere entro la fine della settimana una richiesta formale per avviare consultazioni ufficiali con lUe; quindi, Pechino avrà 15 giorni di tempo per ridurre le esportazioni. Se ciò non avverrà, scatteranno le ritorsioni.
Per gli Artigiani di Mestre, la Cina è comunque un falso alibi. Almeno per lItalia, visto che dal 2000 al 2004 - quando ancora lexport asiatico era contingentato - le esportazioni nel tessile-calzature-abbigliamento sono diminuite di quasi il 5% e il numero delle imprese si è ridotto di oltre 10mila unità.
Se le esportazioni cinesi turbano il sonno delle industrie tessili europee, non minore è la preoccupazione nei confronti dei marchi contraffatti.
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