«Test a raffica per sconfiggere il doping»

Dimenticandosi il caso Valverde, gli organizzatori del Tour dichiarano una lotta senza quartiere al doping. A ribadirlo è stato la massima autorità anti-doping della Francia, Pierre Bordry, che alla vigilia della partenza ha intimato ai corridori di stare alla larga da sostanze proibite. Bordry ha auspicato che «ognuno abbia capito» che i test anti-doping sono diventati più precisi dopo che, nelle edizioni passate, la Grand Boucle è stata funestata da numerosi casi di positività. Così - dopo ogni tappa - corridori scelti a caso saranno sottoposti a controlli su campioni di capelli, urina e sangue, compreso il test per rilevare eventuali tracce dell’ormone della crescita. Complessivamente saranno circa 180 i test che saranno effettuati nel corso delle tre settimane in cui si correrà il Tour: nei controlli antidoping saranno coinvolte anche le autorità italiane, visto che quest’anno la Grande Boucle sconfinerà Oltralpe.
«Il dubbio di essere controllato dopo una gara deve essere in ogni momento nella mente del ciclista», ha affermato Bordry.

E anche la tv tedesca (i canali del servizio pubblico Ard e Zdf) che nel 2007 aveva abbandonato il tour dopo la nona tappa alla notizia della positività del tedesco Patrick Sinkewitz, si dichiara più ottimista, e sarà regolarmente presente: «Il clima quest’anno è diverso», ha spiegato Peter Kaatmann, responsabile di Zdf. Il boicottaggio però non è da escludere neanche quest’anno: in caso di nuovi scandali i due canali sono pronti a ridurre le ore di trasmissione fino a sospenderle definitivamente.

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