Dimenticandosi il caso Valverde, gli organizzatori del Tour dichiarano una lotta senza quartiere al doping. A ribadirlo è stato la massima autorità anti-doping della Francia, Pierre Bordry, che alla vigilia della partenza ha intimato ai corridori di stare alla larga da sostanze proibite. Bordry ha auspicato che «ognuno abbia capito» che i test anti-doping sono diventati più precisi dopo che, nelle edizioni passate, la Grand Boucle è stata funestata da numerosi casi di positività. Così - dopo ogni tappa - corridori scelti a caso saranno sottoposti a controlli su campioni di capelli, urina e sangue, compreso il test per rilevare eventuali tracce dellormone della crescita. Complessivamente saranno circa 180 i test che saranno effettuati nel corso delle tre settimane in cui si correrà il Tour: nei controlli antidoping saranno coinvolte anche le autorità italiane, visto che questanno la Grande Boucle sconfinerà Oltralpe.
«Il dubbio di essere controllato dopo una gara deve essere in ogni momento nella mente del ciclista», ha affermato Bordry.
«Test a raffica per sconfiggere il doping»
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