Stiamo faticosamente risalendo la china di una montagna scoscesa. È naturale che manchi il fiato e si sentano le gambe molli, ma sarebbe sbagliato fermarci proprio adesso che la meta è vicina. Tanti errori del passato ci hanno fatto ruzzolare sul fondo, tanti sbagli riassumibili nellassenza del rigore ci hanno reso una scuola non allaltezza dei compiti.
La prova desame, cosiddetta Invalsi, questanno è stata particolarmente dura: dico questanno perché la prova cera anche nel passato, però era molto più semplice e quasi un pro forma in quanto poco o niente incideva nella valutazione conclusiva del candidato.
La tentazione del buonismo ha rovinato decenni di istruzione e adesso che la scuola va in direzione opposta arrivano le critiche? abbiamo letto commenti negativi, abbiamo riscontrato pareri negativi su questo test. Perché? Persino il Secolo dItalia non ha resistito al richiamo buonista. Cè la percezione di un sentimento comune - diciamo politicamente trasversale - che richiede il ritorno alla serietà degli studi nelle nostre scuole statali. Questo sentimento non può arrendersi di fronte a una prova desame indubbiamente (questanno) difficile: sarebbe una bella e buona ipocrisia, tipica del predicare bene e razzolare male. Mi auguro che il ministro tenga duro sulla serietà dellInvalsi, infatti ha già annunciato che dal 2012 sarà utilizzato alla Maturità. Giusto. La prova scritta ha sempre un carattere di verifica oggettiva. Nellesame orale, invece, lo studente ha comunque la possibilità di «raccontarla su» al professore, soprattutto se è spigliato e scaltro. Al contrario, il compagno più timido, meno disinvolto, penalizzato perché non ha la giusta parlantina, trova nella prova scritta loccasione di far conoscere realmente quello che sa. Anche perché lo scopo dellInvalsi è fondamentale.
Veniamo così alla seconda considerazione. Le nostre scuole hanno la possibilità di una autonomia della programmazione didattica (il cosiddetto Pof), cioè ogni istituto presenta la propria «offerta formativa» in relazione alla sua collocazione geografica e alla sua utenza sociale. Ad esempio, per una scuola media di Quarto Oggiaro, estrema periferia milanese, con unutenza extracomunitaria alta e una generale realtà sociale degradata, è assolutamente velleitario proporre lo studio dellepica, letture impegnative, competenze di analisi logica, quando il livello degli allievi è così basso da richiedere una propedeuticità didattica semplice ed essenziale. Una situazione del tutto diversa si registrerà, ovviamente, in una scuola del centro di Milano.
Ora, cosa significa lInvalsi? È una prova desame, uguale per tutti, di livello nazionale, che consente di stabilire un denominatore comune dellapprendimento valido per tutte le scuole (nel nostro caso la terza media). Insomma, se il Pof delocalizza i programmi scolastici a seconda che listituto sia al nord o al sud, al centro o in periferia, lInvalsi riporta i diversi gradi di apprendimento a un unico livello che tutti gli studenti di tutte le scuole dItalia dovrebbero raggiungere. Un livello parametrato secondo precise indicazioni europee.
Per esempio, dalle analisi degli Invalsi dellanno scorso è emerso che le scuole in cui si garantisce il miglior risultato distruzione sono a Milano, che la matematica ha gradi di conoscenza molto bassi, non per colpa delle teste dei ragazzi italiani, ma degli insegnanti: i laureati in matematica non vogliono fare i professori, così va ad insegnare la disciplina un personale un po raccogliticcio. E questo sarebbe un importante problema da affrontare.
Dunque, se lEuropa ci costringe a dolorose manovre finanziarie, ci consegna anche i parametri di unistruzione che, se non vengono raggiunti, renderanno anche i nostri ragazzi felici e contenti per il poco studio, ma li taglieranno fuori dalla competizione-concorrenza coi loro compagni europei.
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